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Clara Ceccarelli uccisa dall’ex con 100 coltellate: ergastolo confermato, ma esclusa premeditazione

La corte d’assise d’appello ha confermato l’ergastolo per Renato Scapusi, responsabile del femminicidio dell’ex compagna Clara Ceccarelli in pieno centro a Genova. I giudici hanno escluso l’aggravante della premeditazione.
A cura di Susanna Picone
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La corte d'assise d'appello ha confermato l’ergastolo ma escluso l'aggravante della premeditazione per Renato Scapusi, il 59enne che a febbraio di un anno fa uccise con un centinaio di coltellate la ex compagna Clara Ceccarelli.

Il delitto avvenne in pieno centro a Genova, poco prima della chiusura del negozio della vittima in via Colombo. Quella sera, dopo averla uccisa, Scapusi era scappato ed era stato rintracciato dalle volanti e dalla squadra mobile vicino l'ospedale Galliera mentre tentava il suicidio. L’imputato, che è difeso dall’avvocato Stefano Bortone, è stato condannato anche per rapina perché, secondo l'accusa, avrebbe rubato il portafoglio della vittima.

Secondo la ricostruzione Clara Ceccarelli, 69 anni, aveva lasciato Scapusi a causa dei problemi di ludopatia di lui. In un primo momento aveva anche tentato di aiutare il compagno ma nonostante gli sforzi e anche gli aiuti economici aveva poi deciso di mettere fine alla relazione.

Ed è a quel punto che lui avrebbe iniziato a presentarsi al negozio e sotto casa di lei. Il 19 febbraio di un anno fa aveva aggredito la ex compagna nel negozio per poi scappare via.

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Nella tragica vicenda si inserisce anche la storia del figlio di Clara Ceccarelli, Mauro Risone, morto a 41 anni nel luglio scorso. La procura aveva aperto un fascicolo per omicidio per chiarire le cause del decesso. L’uomo, disabile e con numerosi problemi di salute, era stato ricoverato il 3 luglio al Galliera perché vomitava sangue ed era poi morto. I medici gli avevano trovato tre ulcere causate, forse, da sostante caustiche.

Per questo era stata disposta l'autopsia, che però non avrebbe rilevato nulla di anomalo nella patologia. Gli investigatori avevano preso in considerazione le ipotesi di un avvelenamento per questioni ereditarie. Risone infatti era l'unico parente diretto di Clara e la cospicua eredità (cinque appartamenti e 135 mila euro) era finita a lui.

Un'altra ipotesi presa in considerazione era quella del bullismo perché preso di mira da alcuni ragazzi e costretto a bere sostanze corrosive. Il fascicolo è ancora aperto ma potrebbe essere archiviato a breve.

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