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Città di Castello: pubblica selfie a torso nudo su Facebook dopo l’omicidio della madre

Federico Bigotti, accusato dell’omicidio della madre, ha scelto la strada del silenzio davanti al procuratore. L’unico suo commento sull’atroce morte della madre lo ha affidato ad alcune foto pubblicate su Facebook e Instagram, con l’hashtag #riposainpacemamma. Ora è in carcere e deve rispondere ad imputazioni pesantissime.
A cura di B. C.
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“Io amavo mia madre…”. Eppure l’avrebbe uccisa. Le accuse contro Federico Bigotti, 21 anni – 22 li compirà il 13 gennaio – sono pesantissime: omicidio e maltrattamenti in famiglia. Il ragazzo, ora in carcere, avrebbe accoltellato la genitrice, Anna Maria Cenciarini, casalinga di 55 anni (“reiterate coltellate, almeno 9″ inferte “con crudeltà” e “per futili motivi” si legge nell’ordinanza di custodia cautelare), dopo l'ennesima lite nel loro casolare a Città di Castello. Diverbi legati in particolare al fatto che il presunto assassino non usciva più di casa da tempo e non cercava un lavoro. Di "quadro di disagio" ha parlato uno dei difensori di Federico, l'avvocato Vincenzo Bochicchio. Ora il ragazzo, sempre secondo il legale, “è' terrorizzato, sotto choc: valuteremo di far entrare in carcere uno psichiatra di nostra fiducia per valutare le condizioni. Il nostro assistito ha infatti bisogno di aiuto".

“L’avvocato Bochicchio – si legge nel Corriere della Sera – dopo l’arresto di sabato sera, dice che per il suo assistito probabilmente chiederà una perizia psichiatrica. Troppe stranezze, negli ultimi due anni. Troppe stranezze, anche dopo l’omicidio. Come quel selfie raccapricciante postato da Federico su Instagram, 24 ore dopo il delitto, con l’hashtag #riposainpacemamma, poi da lui stesso cancellato dopo aver collezionato circa 300 tra commenti e insulti, il più benevolo dei quali era "assassino!".

Il selfie su Facebook

Non è il solo commento sulla vicenda che, secondo gli inquirenti lo vede protagonista in prima persona, che Federico ha affidato ai social network. C’è anche quel selfie sorridente postato su Facebook sabato a poche ore dall’arresto. Un ragazzo problematico, evidenzia sempre il Corsera, che, stando a quanto raccontavo dai vicini, sognava di giocare nel Barcellona o di diventare il nuovo Al Pacino. Nel suo passato ci sono le espulsioni da 2 scuole e alla squadra di Rugby e poi a 19 anni, quando era stato arrestato per droga, aveva tentato il colpo di fortuna partecipando a “Talents today”, ma gli era andata male.

Il caso è chiuso, dunque, ma non è facile immaginare cosa passa in questo momento nella testa e nel cuore di Antonio, operaio metalmeccanico in una azienda di Città di Castello, marito di Annamaria e padre di Federico. Nonostante il lutto e lo sconforto ha scelto comunque di non lasciare suo figlio: “Gli starò vicino – ha detto ieri all’avvocato Vincenzo Bochicchio -. Ho capito troppo tardi che lui aveva bisogno d’aiuto…”.

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