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Processo Ciro Grillo

Ciro Grillo: “lividi sul corpo della ragazza compatibili con stupro”. Non esclusa caduta durante sport

Entra nel vivo il processo per la presunta violenza sessuale di gruppo che vede imputati il figlio del fondatore del M5S e alcuni suoi amici. In aula il medico che visitò la ragazza: “Ferite compatibili con stupro”. La psicologa: “Non ha superato il trauma”
A cura di Biagio Chiariello
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Ciro Grillo (foto Instagram)
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lividi riscontrati sul corpo della studentessa italo-norvegese che ha denunciato Ciro Grillo e i suoi tre amici – Francesco Corsiglia (l'unico presente all'udienza di oggi), Vittorio Lauria e Edoardo Capitta – per stupro di gruppo, sarebbero compatibili sia una violenza sessuale sia con eventuali cadute mentre faceva sport.

Lo ha spiegato in aula, davanti al Tribunale di Tempio Pausania, il dottore di medicina legale Vera Gloria Merelli, della clinica Mangiagalli di Milano. Nei giorni successivi al presunto abuso, avvenuto la notte del 16 luglio 2019, il medico visitò la ragazza assieme a due colleghi, la ginecologa Marta Castiglioni e la psicologa Laila Micci, riscontrando "lividi da pressione" al braccio destro con "area di soffusione giallo-bluastra, a contorni sfumati" riconducibili a violenza sessuale. La giovane sarà ascoltata in super-udienza la prossima estate.

"Quei lividi sono compatibili con qualcuno che le potrebbe avere bloccato braccia e gambe", ha detto la dottoressa in aula. Ma l'avvocato Sandro Vaccaro, legale di Lauria, ha chiesto se le ferite fossero compatibili anche con una caduta durante una attività sportiva. E la dottoressa non lo ha escluso.

Ciro Grillo
Ciro Grillo

La psicologa Laila Micci della clinica Mangiagalli di Milano ha poi spiegato che la studentessa “non ha ancora superato il trauma” ed è tuttora in cura dalla stessa professionista per superarlo. Micci ha poi detto anche, rispondendo alle domande del procuratore Gregorio Capasso, che quando si è presentata alla clinica Mangiagalli, a fine luglio del 2019, nove giorni dopo il presunto stupro, avrebbe presentato le “tipiche sintomatologie delle vittime di uno stupro“.

“La ragazza era molto schiva, non dava molta confidenza. Il giorno dopo i presunti fatti ho pensato che fosse in hangover, con i soliti sintomi post sbornia” ha detto ai giudici Daniele Ambrosiani, il titolare del b&b di Porto Pollo che ospitava le amiche nel luglio 2019 durante la loro vacanza in Sardegna. “È rimasta da noi una ventina di giorni – ha precisato Ambrosiani – i genitori la raggiungevano solo nei week end. Mi sono sembrate persone per bene, di una classe sociale abbastanza elevata”.

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