Ciro Grillo, la vittima ai pm: “In quei momenti mi sono sentita morire, non riuscivo a urlare”
"Mi sentivo di morire, distrutta e congelata. A un certo punto vedevo nero". A parlare è Silvia, la ragazza di 19 anni che la notte del 17 luglio 2019 sarebbe stata stuprata da quattro ragazzi, Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, nell'appartamento di Porto Cervo di proprietà di Beppe Grillo nel resort sardo al Pevero. La giovane ha raccontato quanto avrebbe subito rispondendo lo scorso 17 febbraio alle domande del procuratore capo di tempio Pausania Gregorio Capasso e della sua sostituta Laura Bassani. Come riporta Il Corriere della Sera, Silvia sottolinea di non riuscire a urlare durante quegli attimi concitati."E perché non riuscivi?", chiedono i magistrati. Lei replica: "Perché, cioè, ero…più concentrata a tirarlo via o comunque… sì, poi c’erano anche gli altri.. ero in una situazione un po’ che mi vergognavo…Non lo so… mi sentivo".
"C'era una confusione allucinante"
Secondo Silvia, il presunto stupratore avrebbe abusato di lei prima in una camera e poi nel bagno. Lei dice che ha provato a scappare ma che davanti alla camera (senza porta) c’erano gli altri tre ragazzi della compagnia che "mi hanno fatto tipo da barriera". A questo punto il ragazzo che aveva abusato di lei la trascina in bagno e continua a porta chiusa. Alla domanda del procuratore se anche in questo caso non sia riuscita a reagire, lei risponde: "No.. c’era una confusione allucinante". Stando a quanto si legge nel verbale, la ragazza è stata violentata prima da Francesco Corsiglia ("Mi ha spinto al letto e si è appoggiato su di me. Continuava a tenermi giù. In quel momento io mi ribellavo e cercavo di andarmene, sono riuscita a respingerlo e sono tornata di là con gli altri") e poi, in un secondo momento dopo un paio d’ore, da Ciro, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta. In casa c’era anche l’amica di lei, Roberta, che dormiva mentre tutto accadeva. Non è la prima volta che Silvia racconta quanto successo quella notte. Ma il procuratore e la pm la risentono e insistono sui punti allora non chiariti, tra cui, per l'appunto, il fatto che lei non era riuscita a reagire. "Io in quel momento mi sentivo quasi come arresa.. quando camminavo non sentivo i piedi per terra", risponde ancora Silvia, aggiungendo: "Cioè, mi è venuto in mente di urlare, non è che non mi è venuto in mente, ma non riuscivo".
Il racconto della violenza nel verbale
"E perché non riuscivi?", incalzano loro. "Perché, cioè, ero più concentrata a tirarlo via o comunque… si, poi c’erano anche gli altri… ero in una situazione che un po’ mi vergognavo… Non lo so, mi sentivo…". A questo punto interviene il procuratore, che deduce: "Diciamo che non ce l’hai fatta". Silvia ribadisce il fatto di non essere riuscita a gridare anche perché sentiva che gli altri tre ragazzi si trovavano dietro la porta della camera "e ridevano, ma non intervenivano". A un certo punto, la giovane sarebbe riuscita a divincolarsi e a raggiungere il bagno. A questo punto "Corsiglia mi ha lanciato il suo asciugamano addosso, dicendo di appenderlo come se fossi una spazzatura. E allora sono scoppiata a piangere, altri due ragazzi sono entrati in bagno a vedere e mi continuavano a dire Eh perché stai piangendo, cos’è successo?". Una farsa, per la ragazza, poiché gli altri avrebbero assistito a tutto.
Il flirt con Ciro Grillo e la questione vodka
Ancora, la giovane sarebbe a quel punto andata nella camera della sua amica, Roberta, la quale però stava dormendo. "Possiamo andare a casa?", le chiede Silvia, ma la compagna torna a dormire. Nella ricostruzione, la giovane ha raccontato nel dettaglio anche l’ormai nota vicenda della vodka. "Per distrarmi mi hanno offerto da bere, mi hanno tenuto la testa e fatto bere metà bottiglia di vodka. La mia testa ha iniziato a girare, ma ero abbastanza lucida ancora. Mi hanno accompagnato in una stanza, mi hanno detto che potevo dormire lì, che potevo stare tranquilla". E, invece, a questo punto sarebbe iniziato lo stupro di gruppo. "Io non riuscivo più a gridare, non sentivo più forza nel corpo. Ero distrutta. Dopo non so, ho visto nero, non so più cosa sia successo e mi sono risvegliata al mattino, in un altro letto e in un’altra stanza". I magistrati, parlando con Silvia, sottolineano alcuni omissioni nel racconto della ragazza: avevano già raccolto le testimonianze di Grillo e degli altri tre accusati. La ragazza, ad esempio, non aveva raccontato che, quella notte del 17 luglio 2019, al Billionaire avrebbe baciato proprio Ciro ("No, non è vero" reagisce Silvia. Poi ammette, "Sì, un flirt"). Intanto, i difensori di tre dei quattro ragazzi hanno chiesto un nuovo interrogatorio, anche se è quasi certo di vada verso la richiesta di rinvio a giudizio.