Ciro Grillo, il papà della seconda vittima: “Dopo aver saputo delle foto hard non era più la stessa”
"Mia figlia dopo aver saputo delle fotografie hard che quei ragazzi le avevano mentre dormiva sul divano ha iniziato ad avere attacchi di panico. Si isolava, non parlava più. Non era più la stessa”. Oggi, 7 marzo, nell'aula del tribunale di Tempio Pausania, nell'ambito del processo a Ciro Grillo e ad altri tre amici per violenza sessuale di gruppo, si è presentato a testimoniare il padre di Roberta (nome di fantasia), amica della presunta vittima (Silvia, anche questo è un nome inventato), la studentessa italo-norvegese che aveva denunciato le violenze.
Roberta era anche lei presente nella casa del figlio di Beppe Grillo, il 17 luglio del 2019, a Cala di Volpe, in Costa Smeralda, mentre stava avvenendo il presunto stupro ma era addormentata sul divano, quindi ignara di quello che stava succedendo. Non poteva sapere che almeno 3 dei quattro ragazzi le avrebbero scattato fotografie a sfondo sessuale.
La giovane, la cui testimonianza è già stata raccolta a settembre dal collegio giudicante presieduto da Marco Contu, era stata la prima a parlare con l'amica Silvia. "Mi disse che era stata violentata da tutti" furono le parole della studentessa.
Nel corso dell'udienza odierna sono stati chiamati a deporre la sorella della principale accusatrice, all'epoca dei fatti 15enne, e lo psichiatra Pablo Zuglian, esperto di disturbi dell'alimentazione che ha in cura la giovane italo-norvegese che ha raccontato di aver sofferto molto e di aver meditato anche a togliersi la vita.
Mentre è stata posticipata a domani la deposizione in inglese di un'altra amica norvegese di Silvia, con la quale la ragazza si sentì nei giorni successivi al presunto stupro.