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Cinque storie di normalissimi gay

Abbiamo deciso di parlare di grandi argomenti partendo dalle piccole storie individuali. Quelle normalissime di Marco, Enzo, Riccardo, Francesco e Massimo.
A cura di Saverio Tommasi
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Abbiamo deciso di parlare di grandi argomenti partendo dalle piccole storie individuali. Perché quando l'individualità viene giocata in funzione collettiva sorpassa l'egoismo e si trasforma in esperienza, diventando storia. E se queste storie vengono intrecciate possono riuscire a trasformare la propria "s" in una maiuscola, contribuendo così a scrivere la "Storia". È difficile sapere se oggi con un governo PD-PDL il tema dei diritti delle persone gay sia ancora all'ordine del giorno (ma un'idea ce la siamo fatta). Sicuramente il tema del riconoscimento dei diritti alle coppie gay era fra i temi della campagna elettorale del centrosinistra.

Abbiamo così deciso di raccogliere cinque storie di altrettanti ragazzi della provincia di Firenze: Marco, Enzo, Riccardo, Francesco e Massimo. Le loro cinque storie ci portano in una dimensione che è quella della ricerca della propria identità, anche attraverso la consapevolezza del proprio orientamento sessuale. Perciò si parlerà di matrimoni e adozioni, ma solo alla fine. Queste cinque storie, infatti, parlano soprattutto di loro, individui che si spendono e si raccontano in funzione di una consapevolezza collettiva.

Partiamo dalle basi: Si dice omosessuale o gay? E una volta che si è scoperta la dizione più corretta, e si è scoperto che questa dizione ci rappresenta, come si dice ai propri genitori? O agli amici, o alla ragazza che avevamo fino a quel momento? Una risposta univoca non c'è, ma ci sono le risposte di Marco, Enzo, Riccardo, Francesco e Massimo.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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