CIE Gradisca: immigrati giù dal tetto, la situazione resta complessa
Sembra essersi temporaneamente risolta la situazione di disordine cominciata da circa una settimana presso il Centro di Integrazione ed Espulsione di Gradisca d'Isonzo, dove si erano consumati scontri tra gli ospiti del centro e le forze dell'ordine, a causa delle condizioni di difficile vivibilità cui sono costretti gli immigrati che permangono nella struttura. In seguito alle colluttazioni alcuni erano appunto saliti sul tetto, inscenando una protesta che proseguiva appunto da giorni. In venti sono saliti sul tetto ieri e sono ridiscesi solo oggi pomeriggio dal tetto del Cie e adesso la riflessione da fare resta di stampo squisitamente politico, vista l'annosa questione del trattamento cui dovrebbero essere sottoposti gli stranieri irregolari che approdano sulle coste italiane.
Se da una parte gli ospiti del centro continuano infatti a lamentare condizioni inaccettabili, dall'altra sono i sindacati di polizia a definire gli agenti del centro come dei veri e propri ostaggi, vittime di ogni tipo di vessazione possibile, "il Cie è di nuovo in mano ad una sessantina di clandestini" hanno affermatop dal Sap e a rincarare la dose è il Coisp: "Il Cie di Gradisca è diventato una prigione per poliziotti, indifesi dinanzi ad ogni sorta di vessazione". Nel frattempo, ad intervenire sulla situazione specifica del centro di Gradisca è il governatore della regione Debora Serracchiani, la quale ha sostanzialmente messo in evidenza la necessita di rivedere la Bossi-Fini e il fallimento dello strumento dei Cie per l'accoglienza degli immigrati. Serracchiani accoglie molto positivamente l'apertura proveniente da Mara Carfagna per una riflessione proprio nel merito della Bossi-Fini.