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Cibo, lo street artist veronese che copre le svastiche con murales di roba da mangiare

Svastiche sui muri della città che diventano degli splendidi murales pieni di salsicce, pasta, asparagi, caramelle e panettoni. Questo è Cibo, il nome d’arte dello street artist veronese che combatte la propaganda dell’estrema destra veronese a suon di murales di fama internazionale.
A cura di Elia Cavarzan
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Pier Paolo Spinazzè, in arte Cibo, cancella da una vita svastiche e frasi d'odio dai muri della provincia di Verona. La sua forma d'espressione è il mondo della street art, o come la chiama lui, "arte pubblica". Cibo arriva, suona i campanelli, chiede il permesso, sensibilizza i bambini, ride con gli anziani, decide assieme al quartiere quale potrebbe essere l'opera migliore da realizzare perché quando sarà fatta, quell'opera sarà di tutti. Arte pubblica, dunque.

E cosa c'è di più pubblico, internazionale e nazionale? Il cibo, appunto: "ho iniziato a disegnare cibo perché è la cosa che più accomuna gli italiani, è il simbolo per eccellenza della nostra quotidianità. L'unico popolo al mondo che mentre mangia parla di cosa ha mangiato ieri, e di cosa mangerà dopo", spiega Pier Paolo. Parla di cibo come si parla di libertà. I suoi murales non sono semplici manicaretti, semplici spaghettate incastonate tra le pareti della sua città, San Giovanni Lupatoto, sono anche murales di libertà.

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Sorgono tutti sopra a svastiche, frasi razziste, inni d'odio contro le minoranze, croci celtiche. Cibo e la sua forma d'arte vuole ripulire la città e le città da tutto questo, vuole sensibilizzare la cittadinanza e gli stessi ragazzi che imbrattano i muri della città con scritte di odio e svastiche, che la bellezza è qualcosa di totalmente diverso. "Molte persone mi odiano per quello che faccio. Sono pieno di haters e di personaggi che mi minacciano, ma non ci bado. Ho fatto del loro odio la mia forma d'arte. Più odiano e più io copro quell'odio con dell'ottimo cibo che racconta la storia della nostra terra".

La sua risata è contagiosa. Salta fuori ovunque. Lavora nelle scuole, nelle strade, nei quartieri, lavora anche con aziende private interessate alla suo modo di interpretare il cibo e alla sua etica. Vedere i suoi murales fa venire fame: "devono stuzzicare l'appetito delle persone, la loro curiosità, la voglia di cultura, la voglia di sapere, la voglia di andare a fondo delle cose". Cibo non cancella svastiche: Cibo ci ricorda quanto è bella, e buona, la libertà.

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