Cianuro oltre i limiti nella farina: scatta l’allerta del Ministero della Salute. I lotti richiamati
Il Ministero della Salute ha annunciato nell'apposita sezione del proprio sito web il richiamo precauzionale da parte del produttore di un lotto di farina di cassava Kokonte a marchio African Beauty per possibile rischio chimico.
La ragione indicata sull’avviso di richiamo è la presenza di livelli di acido cianidrico (cianuro) superiori ai limiti di legge (35 mg/kg contro 10 mg/kg consentiti).
Si tratta del lotto numero 210423 e il termine minimo di conservazione del 01/04/2025 venduto in confezioni da 900 grammi. La farina è stata importata dal Ghana dall’azienda Koas Food BV che ha sede a Bleiswijk, nei Paesi Bassi, nella strada Christiaan Huygensstraat 11.
Chiaramente la raccomandazione è quella di non consumare la farina di cassava con il numero di lotto e il termine minimo di conservazione sopra indicati. Chi è in possesso del prodotto richiamato può restituirlo al punto vendita d’acquisto per il rimborso o la sostituzione o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale.
La Manioca o Yuca o Cassava appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, Genere Manihot, Specie esculenta. Si tratta di un tubero simile ad una patata, ma ancor più somigliante ad una radice tuberosa (come la batata, volgarmente conosciuta come patata dolce o patata americana). Le radici contengono glicosidi cianogenici, in altre parole possono liberare acido cianidrico in presenza di determinati enzimi della pianta.
Non si tratta chiaramente della prima allerta alimentare di cui diamo notizia. Solo ieri abbiamo scritto che la catena Esselunga ha segnalato il richiamo volontario da parte del produttore di alcuni lotti di latte del marchio Pavilat e qualche giorno fa abbiamo riportato del richiamo di 3 lotti di “Mozzarella per pizzeria” a marchio Fattorie Marchigiane per “rischio chimico” nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Pesaro; prima ancora c'è stata l'allerta diffusa da Eurospin e riguardante un lotto di zuppa al farro e verdure per la possibile presenza di Clostridi (produttori di tossina botulinica) e quella diramata da Penny Market per un lotto di minestrone a causa della presenza di un corpo estraneo nel prodotto, specificando che si tratta di vetro.