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“Ci riceveva coi pantaloni calati”, ex prete condannato a 15 anni per schiavitù e stupro

Il cosiddetto “santone di Montecchio”, ex sacerdote, condannato dalla Corte d’Assise di Arezzo per le violenze su cinque donne ex adepte della setta da lui creata.
A cura di A. P.
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Quindici anni di carcere per i reati di riduzione in schiavitù e violenza sessuale. Si conclude così con la sentenza della Corte d'Assise di Arezzo la lunga vicenda del cosiddetto "santone di Montecchio" di Cortona, l'ex prete finito sotto accusa da parte di un gruppo di donne appartenenti alla setta che lui stesso aveva fondato nel 1985 dopo la sua sospensione a divinis dalla chiesa e portato avanti per circa venti anni  Per l'ex religioso Mauro Cioni la  corte d'assise, presieduta da Silverio Tafuro, ha disposto anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e tre anni di libertà vigilata.

Alle parti civili, cinque donne, i giudici hanno riconosciuto 60 mila euro di provvisionale per i danni: 20 mila all'ex prof che fece scoppiare lo scandalo con la sua testimonianza e 10 mila ciascuno alle altre quattro. La Corte di assise ha invece assolto "perché il fatto non sussiste" l'ex collaboratore di Mauro Cioni, Carlo Carli, accusato per gli stessi reati. Per lui, che successivamente aveva creato una scissione nel gruppo, erano stati chiesti dodici anni.

Accolto dunque l'impianto accusatorio che aveva sottolineato l'esistenza di una  sudditanza psicologica delle donne nei confronti del santone all'interno della setta che nel tempo si era trasformata in una vera e propria condizione di schiavitù che avrebbe portato anche ad abusi sessuali. Secondo il racconto di alcune ex adepte del santone, lui le riceveva spesso nello studio con pantaloni e mutande calate, chiedendo rapporti sessuali, soprattutto orali. Se qualcuna piangeva e gli confidava la vergogna e il disgusto lui ribatteva che era perché aveva ancora il diavolo in corpo e che la ‘cura’ doveva proseguire.

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