“Ci facciamo la nostra cricca”: il piano del clan per influenzare le elezioni comunali a Genova
Al centro delle indagini della Procura di Genova, che hanno portato all'arresto del presidente della regione Giovanni Toti, non c'è solo lo scambio di voti che sarebbe stato pattuito con esponenti vicini a cosa nostra da parte di alcuni candidati nelle lista "Cambiamo con Toti presidente" in vista delle elezioni regionali. Accordi e strette di mano ci sarebbero state anche alcuni mesi prima che i genovesi fossero chiamati al voto per eleggere il sindaco. E ancora una volta ad approfittare di questa "collaborazione" del clan in Liguria sono stati due candidati vicini al presidente della Regione (a Giovanni Toti non sono contestati capi d'imputazione relativi a mafia). Ma cosa è successo subito dopo le elezioni regionali del 2020?
Il patto tra esponenti vicini al clan e candidati alle comunali
Secondo la Procura subito dopo la vittoria alle urne di Toti e l'elezione dei candidati appoggiati da esponenti vicini al clan di Riesi (Sicilia), Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente e anche lui finito nel registro degli indagati, ha continuato a sentire i fratelli Testa, ovvero Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa dell'associazione culturale "Amici di Riesi", la cui sede genovese è presso il circolo "La concordia" nel quartiere Certosa. L'associazione è stata fondata anche da Giacomo Maurici, figura storica della criminalità organizzata di Caltanissetta a Genova, e da Venanzio Maurici, ovvero referente genovese del clan Cammarata del mandamento di Riesi e anche lui finito tra gli indagati dell'ultima operazione della Guardia di Finanza. Ai fratelli Testa infatti è contestato anche il 416 bis, perché il voto di scambio è stato aggravato dal fatto che ha agevolato l'associazione mafiosa "cosa nostra".
Come si legge negli atti della Procura infatti, "dopo la vicenda delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del settembre 2020, i fratelli Testa iniziano a darsi da fare per stabilire una strategia efficace in vista delle elezioni amministrative comunali di Genova che si terranno nel 2022".
È la vigilia di Natale del 2020 quando Italo Maurizio Testa chiama Matteo Cozzani per comunicargli che ha un "progetto" a Genova. Nella chiamata intercettata dalle Fiamme Gialle si sente: "Con l'anno nuovo ci vediamo perché io ho un progetto su Genova, le comunali, e volevo parlare con te prima che mi impegno con qualcuno, capito?". La risposta di Cozzani non lascia dubbio: "Volentieri vai tranquillo". I fratelli sembrerebbero aver deciso già che i loro sforzi elettorali si concentreranno sulla candidatura di Cristina Calascibetta e il suo compagno Federico Bogliolo, quest'ultimo il primo tra i non eletti della lista "Cambiamo con Toti presidente" alle ultime elezioni regionali del 2020. Entrambi non risultano indagati.
È lo stesso – secondo quanto scrive la Procura – Italo Maurizio Testa a chiamare personalmente Cristina Calascibetta il 10 marzo del 2021 per chiederle se è sua intenzione candidarsi alle elezioni: "Per capire a chi dobbiamo spingere a chi dobbiamo fare certi ragionamenti". Nella stessa chiamata Testa comunica i suoi piani: "Noi possiamo fare benissimo l'accoppiata voi due (Calascibetta-Bogliolo), tra virgolette, dunque…e farlo uscire bene in modo che lui può aspirare ad essere quantomeno assessore per quanto riguarda Cambiamo (…) tu casomai parlane se, tra virgolette, se vuole il nostro appoggio così e colà, insomma, vedi che noi comunque i numeri, qualche numero ce li abbiamo anche a Genova, no, non è che siamo gli ultimi arrivati".
Patti e ragionamenti. Tutti accordi non scritti che si sarebbero consolidati in un incontro tra Cozzani e Italo Testa il 15 marzo 2021 dove sarebbe passato – come spiega il siciliano in una chiamata – anche Toti per un saluto. Il piano dei Testa sembrerebbe riuscito anche questa volta: ovvero quello di "accreditarsi sempre di più con il mondo politico genovese". Durante le elezioni regionali Cozzani non era stato in grado, seppur si fosse attivato come spiega la Procura, per assicurare posti di lavoro a persone vicine ai Testa. Questo sarebbe quello che avevano chiesto i due uomini vicini al clan di Riesi in cambio di voti. Questo avrebbe voluto dire che la politica era in debito con loro. E questo debito sarebbe potuto aumentare in vista delle elezioni comunali.
La strategia di accreditamento dei fratelli Testa nei confronti della politica
La Procura spiega così la strategia dei Testa: "Tale strategia di accreditamento attraverso due appartenenti della comunità riesina è ulteriormente spiegata da Italo Maurizio Testa nel corso delle telefonata del 30 aprile 2021 con Salvatore Calascibetta, padre di Cristina. Nel corso delle conversazione, infatti, intervenuta in una fase in cui i rapporti dei fratelli Testa con Matteo Cozzani si sono già incrinati, Italo Maurizio Testa manifesta a Salvatore Calascibetta (non indagato) la sua idea di trovare dei referenti tra la comunità dei riesini di Genova che possano gestire direttamente i rapporti con la politica".
In questa telefonata si sente Testa dire: "Noi dobbiamo farti una cricca a Genova (…) noi (i Testa) abbiamo seminato e voi dovete raccogliere (…) ci vuole uno di Genova, due di Genova che fanno gli interlocutori direttamente con loro". I Testa infatti vivono in Lombardia e facevano avanti indietro a Genova quando c'erano gli incontri importanti. Come quello del 20 maggio del 2021 quando i due fratelli incontrano i due candidati alle elezioni comunali. E un pranzo il mese successivo alla presenza anche di Maurici Venanzio.
Anche per le comunali il patto sarebbe stato basato su posti di lavoro in cambio di voti. Alla fine i politici che avrebbero promesso non avrebbero poi mantenuto. Anche in questo caso non sarebbero stati trovati posti di lavoro. Ma per gli uomini vicino al clan di Riesi sarebbe stato comunque un successo perché i fratelli Testa sia durante le elezioni regionali sia durante quelle comunali avrebbero concretizzato la loro "strategia di accreditamento presso la comunità riesina di Genova, assumendo agli occhi dei propri conterranei le vesti di soggetti in grado di interloquire con i livelli politici, al fine di far ottenere personali vantaggi ai membri, così accrescendo la loro influenza sulla comunità stessa", si legge negli atti.