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Chris travolto e ucciso a 13 anni, l’automobilista si difende: “Mi sono fermato ma non l’ho visto”

“In quel buio ho sbattuto contro qualcosa ma pensavo a un cartello stradale” ha raccontato l’automobilista ora indagato a piede libero per la morte dell’adolescente Chris Obeng a Negrar, in provincia di Verona.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di archivio
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“Non sono scappato, mi sono fermato e sono sceso ma il ragazzino non l’ho visto”, è questa la versione dell’automobilista 39enne che ha investito e ucciso il 13enne Chris Obeng, l’adolescente morto dopo essere stato colpito in pieno in strada mentre tornava a casa a piedi a San Vito di Negrar, in provincia di Verona, dove abitava con la madre e i fratelli più piccoli.

L’uomo, individuato dai carabinieri poche ore dopo l’investimento mortale, si è allontanato dal luogo dell’impatto con l’auto della madre completamente danneggiata nella parte anteriore destra e ha fatto ritorno a casa, recandosi poi anche al lavoro il mattino seguente.

Anche per questo, secondo i medici, non è stato possibile salvare Chris Obeng. Secondo i sanitari della terapia intensiva e d'emergenza dell'Azienda Ospedaliera universitaria di Verona, dove l'adolescente era arrivato in gravissime condizioni, il ragazzino poteva essere salvato se soccorso in tempo. Chris Obeng invece è rimasto a terra per circa un’ora e mezza prima che qualcuno di passaggio si accorgesse di lui dando l’allarme e facendo partire i soccorsi. I medici hanno individuato la causa di morte in un "arresto cardiaco per ipossia da schiacciamento".

“In quel buio ho sbattuto contro qualcosa ma pensavo a un cartello stradale” ha raccontato l’automobilista al Corriere del Veneto smentendo di essere scappato via. “Mi sono fermato e mi sono guardato intorno ma non ho visto nulla di nulla, neppure ho sentito qualcuno lamentarsi o chiedere aiuto” ha spiegato l‘uomo ora indagato a piede libero. Una giustificazione per ora giudicata inattendibile dagli inquirenti visti i notevoli danni alla vettura e la mancanza di cartelli stradali sul posto.

Dopo l’impatto Chris è stato sbalzato in una cunetta al lato della carreggiata e anche un residente della zona, che si era affacciato dopo aver sentito il botto dell'impatto, non si è accorto del corpo del ragazzino che era finito in un fossato erboso al lato della strada. Sui motivi che hanno portato all'impatto però l'automobilista non sa darsi una spiegazione e assicura: "Non avevo assunto alcuna sostanza e non ero neppure al telefonino, ora non mangio e non dormo. Avrei preferito morire io al suo posto".

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