Chiuso in un sacco e gettato nel fiume ancora vivo: pena ridotta per l’assassino di Francesco Vangeli
È stata ridotta da 30 a 17 anni di reclusione la pena per Giuseppe Prostamo, l'uomo di 37 anni che tra il 9 e il 10 ottobre 2018 ha ucciso il 26enne Francesco Vangeli. La Corte d'Assiste d'Appello ha infatti deciso di escludere le aggravanti della premeditazione ed i futili motivi, così come chiesto dalla difesa dell'uomo originario di San Giovanni di Mileto. La richiesta del sostituto procuratore generale Salvatore Di Maio era invece la conferma della condanna in primo grado anche in appello.
Poco prima che la Corte si chiudesse in camera di consiglio per deliberare, entrambe le parti hanno depositato le motivazioni del procedimento ordinario di primo grado che vede imputato Antonio Prostamo, fratello di Giuseppe, condannato anche lui a 30 anni per il concorso nell'uccisione del giovane i cui familiari si sono costituiti parte civile e sono stati rappresentati dagli avvocati Nicodemo Gentile, Antonio Cozza e Francesca Comito.
Il delitto di Francesco Vangeli risale al 9 ottobre 2018. Il 26enne di Scaliti di Filandari quel giorno uscì di casa per andare a un appuntamento: avrebbe incontrato di lì a poco Antonio Prostamo e suo fratello, Giuseppe. Vangeli credeva di andare a un incontro di lavoro per una commessa di un tavolino in ferro battuto, ma in realtà era una trappola. I fratelli Postramo lo avevano convinto a incontrarli, ma il loro unico obiettivo era punire quel giovane che, secondo Antonio, era responsabile della fine di una sua storia con una ragazza che sarebbe diventa la fidanzata di Francesco.
Vangeli era ancora vivo quando è stato rinchiuso in un sacco e gettato nel fiume Mesima. Il 26enne era stato ferito a colpi di fucile prima di essere gettato in acqua. Sebbene in assenza del corpo, mai fatto ritrovare, gli inquirenti sono stati in grado di ricostruire con estrema precisione la dinamica del delitto che ha portato alla morte di Francesco Vangeli.