Chiuse le indagini sulla morte di Alice Scagni: “Fu omicidio premeditato e con crudeltà”
Quello di Alice Scagni fu un omicidio premeditato e con crudeltà. È questa la conclusione a cui è arrivata il pubblico ministero Paola Crispo. La procura di Genova ha così chiuso le indagini sulla morte della 34enne uccisa dal fratello Alberto, nove mesi fa, sotto casa a Genova Quinto.
All'assassino il pm ha contestato anche il porto abusivo di armi: un coltello lungo 14 centimetri infilato in un sacchetto. Alberto, difeso dagli avvocati Elisa Brigandì e Maurizio Mascia, può chiedere di essere interrogato entro 20 giorni prima della richiesta di rinvio a giudizio.
Dopo l'omicidio era stato aperto anche un secondo fascicolo sulle presunte omissioni e sottovalutazioni degli allarmi lanciati dai familiari, che sono assistiti dall'avvocato Fabio Anselmo, famoso per aver supportato la famiglia di Stefano Cucchi: sono stati indagati due agenti e una dottoressa, interrogati nei giorni scorsi.
Nello specifico, a finire nel registro degli indagati sono una dottoressa della Salute mentale che avrebbe temporeggiato dopo la richieste dei genitori di ricoverare il figlio, e i due agenti, che non si sarebbero attivati dopo la chiamata del padre e della madre della vittima il giorno stesso dell'omicidio dopo una serie di minacce ricevute. Anche in questo caso, la Procura potrebbe a breve chiudere le indagini. Secondo la madre di Alice, quella tragedia avrebbe potuto essere evitata.
Era il 2 maggio 2022 quando Alice Scagni, mamma di 34 anni, fu colpita a morte dal fratello Alberto con 19 coltellate. Tra i due i rapporti sarebbero stati molto tesi. L'omicidio si è consumato dopo una serie di minacce via telefono arrivate da Alberto alla famiglia. Nel gennaio del 2022 uno specialista affermò che era affetto da disturbi psichiatrici.
L'uomo in seguito è stato anche sottoposto a perizia psichiatrica. Secondo Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari, Scagni è semi infermo di mente ma capace di stare in giudizio. Il consulente della procura Giacomo Mongodi lo aveva definito pienamente capace.