Chiuse la figlia appena nata nel freezer: madre accusata di omicidio colposo
Non più omicidio volontario, bensì omicidio colposo: è questa l'accusa mossa alla madre della bambina trovata chiusa in un freezer in una casa della provincia di Ferrara lo scorso anno. La donna, di quarant'anni, dovrà inoltre rispondere delle accuse di occultamento di cadavere e soppressione di stato.
I fatti risalgono alla notte tra il 2 e il 3 giugno 2017: la donna è incinta di otto mesi, ma non ha mai detto nulla a nessuno, neppure al marito e agli altri due figli. Un paio di giorni dopo, stando a quanto accertato durante le indagini, la donna si sente male e viene accompagnata in ospedale. I medici capiscono subito che quella persona aveva appena partorito: sul suo corpo, infatti, c'erano tutti i segni di una gestazione, ma del neonato non vi è nessuna traccia.
Per questo la polizia avvia delle indagini e delle ricerche ovunque: gli agenti scoprono così, con orrore, che il corpicino della piccola è chiuso nel congelatore della casa in cui viveva la donna, lavato e chiuso all'interno di un sacchetto. La mamma inizialmente viene indagata per omicidio aggravato dal grado di parentela e occultamento di cadavere. "Non l’ho uccisa, è nata già morta", spiega la donna. Gli inquirenti scoprono che quella bambina, che i genitori in seguito chiameranno Maria, del peso di tre chili, 40 centimetri di lunghezza, quasi 8 mesi di sviluppo, sarebbe morta pochi istanti dopo il parto. Sua madre, disperata, avrebbe deciso di seppellirla nel freezer, ibernandola.
Secondo l’accusa l’imprudenza della quarantenne avrebbe innescato l’effetto domino. Avere taciuto la gravidanza e, in seguito, non avere avvisato nessuno – a partire dal marito – sul travaglio imminente. La donna ora deve rispondere dell'accusa di omicidio colposo: probabilmente se si fosse recata in ospedale la tragedia non si sarebbe neppure consumata.