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Chioggia, botte ai clienti e ingresso vietato agli stranieri. Questura chiude chalet

Lo stabilimento balneare  “Cayo Blanco” di Chioggia-Sottomarina è stato chiuso per 15 giorni dalla questura: i buttafuori vietavano l’ingresso agli avventori di colore e in alcuni casi hanno brutalmente malmenato dei clienti.
A cura di Davide Falcioni
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Avrebbero dovuto garantire la tranquillità degli ospiti e la sicurezza dei bagnanti, invece i gestori dello stabilimento balneare  "Cayo Blanco" di Chioggia-Sottomarina erano soliti praticare razzismo e atti di violenza, arrivando a indicare ai buttafuori di non far accedere allo chalet e agli ombrelloni persone di colore. Per questo il Questore di Venezia ha disposto la sospensione per 15 giorni della licenza al locale, provvedimento disposto in base dell'articolo 100 del testo unico di pubblica sicurezza, conseguente ad una escalation di episodi violenti e razzisti dei quali è accusato il personale di sicurezza della struttura ai danni degli avventori.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso risale alla sera del 3 agosto scorso: un 43enne è stato prima spinto fuori dal locale e, dopo aver reagito, è stato colpito con calci e pugni da uno dei membri dello staff della sicurezza dello chalet, che gli ha causato la frattura di perone e mandibola. Nello stesso stabilimento, qualche giorno prima, riferisce la Questura, c'era stato anche un episodio di discriminazione razziale: i buttafuori avevano impedito l'accesso ad un giovane ventenne italiano di origine etiope, residente nel rodigino; il ragazzo era in compagnia di altri amici quando il personale del ‘Cayo Blanco' lo aveva fermato all'ingresso, spiegando – è quanto ha denunciato ai carabinieri – che "non potevano entrare persone con la pelle scura". La motivazione addotta sarebbe stata che nel locale c'erano stati dei furti di cui erano sospettate "persone di colore".

Verifiche effettuate dal Commissariato di Polizia e della compagnia Carabinieri di Chioggia hanno fatto emergere altri abusi avvenuti nel locale; tra questi un'aggressione ad un cliente che aveva subito la frattura delle ossa nasali, con prognosi di 20 giorni. Fatti, spiega la Questura, che hanno causato un elevato allarme sociale, evidenziando "una non adeguata vigilanza del locale da parte del gestore", e minato "pericolosamente diritti costituzionalmente garantiti quali la pari dignità sociale senza distinzione di sesso, razza, lingua e di religione".

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