Chieti, è morto Matteo Giansalvo: il 18enne era stato colpito con un rullo dal fratello
È morto Matteo Giansalvo, il diciottenne di Miglianico (Chieti) che domenica era stato portato in condizioni gravissime all'ospedale di Pescara per le lesioni riportate al culmine di una lite con il fratello Giuseppe, di ventuno anni, arrestato con l'accusa di tentato omicidio. Matteo era ricoverato nel reparto di Rianimazione ed era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico per bloccare un’emorragia interna. Questa mattina, diagnosticata la presunta morte encefalica, è scattato il cosiddetto periodo di osservazione, al termine del quale, è stato certificato il decesso. Quindi è scattato l'iter per l'eventuale prelievo degli organi.
Il dramma domenica nella casa di famiglia
Il grave fatto risale a domenica pomeriggio, quando nella casa di famiglia i due fratelli, secondo la ricostruzione, hanno iniziato a litigare per l'utilizzo del rullo usato per la tinteggiatura delle pareti. La lite è poi degenerata: il 18enne si sarebbe avventato contro il fratello più grande e il 21enne per difendersi lo avrebbe colpito alla tempia con il rullo, da cui si era sfilata la parte di spugna. Matteo Giansalvo ha perso i sensi e il fratello maggiore, capita subito la gravità della situazione, ha lanciato l'allarme chiamando i soccorsi. In quel momento in casa c'erano anche la mamma dei due ragazzi, l'altro fratello e un amico di famiglia. Il 21enne è finito agli arresti domiciliari ed è accusato di tentato omicidio, ma l'imputazione a questo punto dovrebbe aggravarsi.
Il sindaco di Miglianico aveva chiesto silenzio
Tanti i post apparsi nelle ultime ore su Facebook in ricordo del diciottenne scomparso. Aveva chiesto di stare vicini alla famiglia colpita da questa tragedia il sindaco di Miglianico, Fabio Adezio. "È inutile e in un certo modo anche dannosa – aveva detto il sindaco – la caccia quasi voyeuristica sui particolari della triste vicenda del ferimento: è una storia privata, che è sfociata in una tragedia sicuramente non voluta, e tale deve rimanere, visto che ci sono gli inquirenti che stanno indagando". "Inutile trarre conclusioni affrettate da un fatto che finora si è delineato come una conseguenza grave e probabilmente inattesa di un aspro litigio familiare", aveva aggiunto dicendosi profondamente turbato per l'accaduto.