Chiese al boss di far uccidere il rivale: Dario Chiappone ucciso per gelosia
Giarre, Sicilia. Due persone sono state arrestare per l'omicidio del pizzaiolo Dario Chiappone, ucciso con diciotto coltellate a marzo 2016 a Riposto, per motivi sentimentali. C'è di più: dietro il delitto del giovane giarrese ci sarebbe il beneplacito della mafia locale, che avrebbe acconsentito a questo ‘delitto d'onore' messo a segno da Agatino Tuccio e Salvatore Di Mauro entrambi imputati di omicidio.
In carcere, oggi, sono finiti Benedetto La Motta, soprannominato Benito ‘o Baffo e Paolo Censabella, con l'accusa di concorso in omicidio, con l’aggravante di aver agito con premeditazione e con crudeltà. I due, secondo quanto ricostruito dalle indagini, sarebbero i mandanti del delitto insieme all’allora presunto reggente della cosca Santapaola Ercolano, di cui Benedetto La Motta, è ritenuto referente. L'uomo, sempre secondo le indagini, avrebbe ricevuto la richiesta di fare uccidere l’uomo da Paolo Censabella e avrebbe dato l'ok a uccidere il giovane Dario Chiappone, la cui colpa era quella di aver avuto una relazione con l'ex di Censabella. Ad agire sarebbero stati poi Agatino Tuccio e Salvatore Di Mauro, quest'ultimo latitante e imputato in contumacia di omicidio.
Nell'inchiesta sull'omicidio Chiapponi è indagato anche Antonio Marano, detto il ‘killer delle carceri', che secondom i rilevamenti sulla scena del crimine, sarebbe stato presente sulla scena. Per il delitto, in primo grado, la Corte d'assise di Catania ha condannato all'ergastolo Agatino Tuccio e a 23 anni di reclusione Salvatore (Tuccio) Di Mauro.