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Chiede un bicchiere d’acqua al bar, le danno del detersivo: in coma per 10 giorni a Bologna

“Non sono più in grado di lavorare e ho quattro figli da sfamare. Dal bar non si sono neanche scusati”, dice la protagonista della storia, una donna di 48 anni. Sulla vicenda indaga la polizia di Bolognina-Pontevecchio. Il suo avvocato: “Quel posto continua ad essere aperto, è agghiacciante”.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Una donna di 48 anni è finita in coma per dieci giorni dopo aver bevuto quello che pensava essere un bicchiere d’acqua al bar. La vicenda, avvenuta il 2 novembre scorso, ha avuto luogo in un caffè di Bologna, zona Savena, dove la donna si era fermata per fare colazione prima di iniziare la giornata lavorativa. Mai avrebbe immaginato che chiedere un bicchiere d’acqua, dopo aver consumato una brioche e un latte macchiato, l’avrebbe portata a un ricovero in ospedale in condizioni disperate. Nel bicchiere, infatti, non c’era acqua, ma detersivo. La donna se n’è accorta troppo tardi, dopo averne bevuto un sorso.

"Ho bevuto un bicchiere d’acqua al bar e sono stata in coma per quasi dieci giorni. Tuttora faccio fatica a parlare e a mangiare. Non sono più in grado di lavorare e ho quattro figli da sfamare. Non so ancora se i danni siano permanenti. E non ho ricevuto nemmeno delle scuse”, ha raccontato la 48enne al Resto del Carlino.

Nel giro di pochi istanti, ha accusato un malore e ha iniziato a vomitare, rendendo necessario l’intervento immediato dei soccorsi. Gli esami effettuati in ospedale hanno evidenziato lesioni al cavo orale e all’esofago, accompagnate da ulcere sanguinanti riconducibili all’ingestione di sostanze caustiche.

Sulla vicenda indaga la polizia di Bolognina-Pontevecchio. Le indagini preliminari, coordinate dal pm Morena Plazzi, sono in corso per lesioni colpose gravissime. Al momento, l’unica persona indagata è la barista che ha servito il bicchiere.

"Dal bar non hanno dato risposte, non sappiamo neanche se ci sarà un risarcimento danni. Ma l’aspetto più incredibile, se non agghiacciante, è che il bar continua a essere regolarmente aperto, non sembra aver subito controlli e i gestori non hanno nemmeno risposto alla lettera di intervento per la richiesta danni che abbiamo inviato", ha dichiarato il legale della donna. "Oltre alla sofferenza fisica, la mia assistita è molto provata anche per il trattamento ricevuto quel giorno al bar e per il fatto che nessuno del locale si sia informato sulle sue condizioni”, ha concluso.

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