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Chiede la proroga dello smart working per la sua disabilità: demansionato e trasferito a 65 km da casa

Maurizio Puccio, 63 anni, si è visto demansionato e trasferito a 65 km da casa dopo aver chiesto la proroga dello smart working per altri due anni a causa della sua disabilità.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ha 63 anni e una disabilità al 100%, oltre a una condizione certificata di soggetto fragile. Maurizio Puccio aveva chiesto la proroga dello smart working per i due anni che lo separano dalla pensione per non aggravare le proprie condizioni di salute, invece si è visto demansionato e trasferito in una sede a 65 km da casa sua. Il lavoratore ha scritto anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere aiuto, ma finora invano.

La vicenda inizia con il nuovo anno, quando l'uomo, responsabile dell'Urp dell'ex Provincia, viene reinserito in ufficio con grande stupore dopo due anni di lavoro da casa a causa delle sue condizioni di salute e dei rischi della pandemia. "Per avere il rinnovo del lavoro da casa – ha spiegato l'uomo – l'amministrazione mi ha chiesto una serie di visite mediche per accertare il mio stato di salute. Nonostante questo, mi è stato negato lo smart". Il rifiuto lo ha quindi obbligato a tornare in presenza, ma il 63enne non si è arreso e ha inoltrato una lettera al presidente della Repubblica e una relazione all'ispettorato del lavoro.

Maurizio ha raccontato di essere tornato in ufficio e di non aver potuto neppure utilizzare i dispositivi di protezione personale. "Non ho potuto fino a quando ansia e stress per i rischi non mi hanno fatto stare male al lavoro – spiega – tanto da essere trasportato in ospedale per le mie condizioni cardiache precarie".

Dopo l'accaduto, per il 63enne sono stati previsti altri 3 mesi di smart, ma poi dovrà lavorare nella sede di Agrigento, a 65 km dalla sua abitazione. Da casa potrà lavorare fino a giugno e poi ogni giorno dovrà viaggiare per raggiungere la nuova sede. "Una vera e propria beffa. A qualcuno ha dato fastidio che io abbia allertato l'ispettorato, ma questo è grave. Non possono trasferirmi, è illegale" ha continuato Maurizio, che secondo la legge 104 può scegliere la propria sede di lavoro. "Mi hanno anche demansionato, mettendomi allo sportello nonostante le condizioni di salute precarie. Non ho mai fatto quel lavoro in 20 anni e prima ero responsabile dell'ufficio relazioni con il pubblico".

Il 63enne sta pensando di anticipare la pensione. "Mi hanno stravolto i piani, se non fosse per la mia famiglia non mi sarei più ripreso" ha concluso. Il lavoratore ha presentato due esposti alle procure della Repubblica di Agrigento e di Sciacca.

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