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Chiede di pagare con carta ma sullo scontrino del bar spunta supplemento Pos di un euro: è vietato

Il fatto in un bar del Veneziano perché la cliente aveva chiesto di pagare col bancomat. La donna si è rivolta alla polizia locale che a sua volta ha deciso di segnalare il bar all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato.
A cura di Antonio Palma
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Doveva essere una normale colazione al bar ordinando Cappuccino e brioche seduti al tavolo ma al momento del pagamento per la cliente del locale veneto è arrivata un'amarissima sorpresa, oltre alla consumazione e al supplemento del servizio al tavolo sullo scontrino è apparso una terzo addebito per il "Servizio Pagamento Bancomat". È accaduto nei giorni scorsi in un bar di San Donà di Piave, nella città metropolitana di Venezia, dove il gestore ha deciso di applicare una singolare supplemento Pos alla cliente solo perché aveva chiesto di pagare col bancomat la sua consumazione.

Il fatto è avvenuto il 7 luglio scorso quando la donna, residente nello stesso comune, dopo aver fatto colazione si è accorta che sullo scontrino vi era l'aggiunta di un euro, con tanto di descrizione stampata "Servizio Pag. Bancomat", e infine la dicitura Pagamento in contanti. Un rincaro di ben il  27% sul costo dell’ordinazione visto che il totale consumato era di appena 3,70 euro. Dopo aver cercato inutilmente  di chiedere spiegazioni al locale, come racconta voitg.net, la donna ha deciso di rivolgersi alla polizia locale scontrino alla mano raccontando l'accaduto ed esprimendo una formale contestazione. Gli agenti, dopo aver accertato il fatto, hanno deciso di segnalare il bar all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato.

Applicare un supplemento di prezzo per l’utilizzo del bancomat al posto del denaro contante, infatti non è consentito per nessun motivo. Come ha ricordato lo stesso comandante della polizia locale sandonatese, "oltre che nel codice del consumo, il divieto è stato rimarcato anche dalla direttiva europea PSD2 (Payment Service Directive II), recepita nel nostro ordinamento" già nel 2017. Il supplemento non è applicabile "nemmeno a carico di coloro che utilizzano circuiti relativamente meno diffusi ".

Per i negozi e le attività che impongo questo supplemento, andando contro il divieto, le sanzioni dall’AGCM possono essere molto pesanti. In base alla gravità dei fatti ma anche alla  frequenza della condotta e il numero di consumatori coinvolti si va da un minimo di 2.000 euro ad un massimo di 5 milioni di euro

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