Chico Forti in Italia, la famiglia: “21 anni di dolore e disperazione. Ora siamo ripagati”
"Ventuno anni di dolore e disperazione. Ora siamo ripagati". Gianni Forti, zio di Enrico Forti, quel ‘Chico' che da ieri è su tutte le prime pagine dei giornali dopo l'annuncio del suo trasferimento in Italia dato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, non riesce a contenere la sua emozione. Con gli occhi lucidi dichiara alle telecamere del Tg5: "Noi aspettavamo questo momento ormai da 21 anni. Anni di sofferenza, di dolore, di disperazione, a volte, perché abbiamo dovuto ingoiare tante di quelle delusioni, ma adesso siamo ripagati. Io sono molto emozionato e per questo ringrazio tutti gli italiani perché finalmente Chico torna a casa". A zio Gianni Forti, in questi anni portavoce delle istanze di Chico nel nostro Paese, è stato affidato anche il compito di annunciare la notizia a mamma Maria, 91 anni, da 20 in attesa del ritorno in Italia di suo figlio. "Aveva perso le speranze che potesse accadere – commenta Gianni Forti".
La svolta dopo 20 anni
La svolta è arrivata quando governatore della Florida, il repubblicano Ron De Santis, ha annunciato che avrebbe accettato l'istanza di accesso ai benefici prevista dalla convenzione di Strasburgo, che consente di scontare la pena in Italia. Enrico Forti, originario di Trento, dagli anni Novanta negli Stati Uniti per affari, è stato condannato nel 2000, da un tribunale della Florida, per omicidio, alla pena dell'ergastolo. Ha scontato i primi 20 anni in un carcere di massima sicurezza, da dove sarà tradotto in Italia. Il governo ha annunciato che seguirà i prossimi passi per accelerare il più possibile il rientro di Chico.
L'omicidio di Dale Pike
L'ex produttore televisivo si è sempre proclamato innocente e ha parlato più volte di richiesta di revisione del processo, senza mai, tuttavia, riuscire a ottenerla. I fatti risalgono al febbraio del 1998, quando Forti, giovane imprenditore di successo, stava tentando di rilevare dal magnate Tony Pike, il Pike Hotel di Ibiza. Da qui i contatti con il figlio di Tony, Dale Pike, vittima dell'omicidio per cui sarebbe stato condannato. Quando Dale è stato ucciso, infatti, era appena atterrato a Miami dall'Australia per incontrare Forti, che era andato a prenderlo in aeroporto. Ventiquattro ore dopo un surfista avrebbe trovato Pike cadavere, completamente nudo, sulla spiaggia di Sewer Beach con alcuni proiettili calibro 22 in testa. Settantadue ore dopo, Enrico Forti, detto Chico, sarebbe stato interrogato senza il suo avvocato come principale sospettato del caso e da lì a due anni, condannato in via definitiva.
La campagna Chico Forti free
Negli ultimi anni molti personaggi pubblici hanno aderito alla campagna #chicofortifree, promossa dalla sua famiglia in Italia e appoggiata, di recente, anche dalle istituzioni. La notizia del suo trasferimento nelle carceri italiane, dove dovrà comunque continuare a scontare la pena, è stata commentata ieri da molti personaggi pubblici. Tra questi anche la psicologa e criminologa, Roberta Bruzzone, da tempo convinta sostenitrice dell'innocenza di Forti, alla cui storia nel 2013 ha dedicato il libro “Il grande abbaglio”, che raccoglie una serie di elementi forensi che scagionano il produttore. "Chico Forti ha ottenuto il trasferimento in Italia dove finirà di scontare la condanna ricevuta in America – ha scritto ieri Bruzzone su FB – A questo punto non sarà più possibile tentare la via della revisione del suo processo e dimostrare in un’aula di giustizia la sua innocenza. E questo è un vero peccato visti tutti gli elementi che ho raccolto in questi anni a suo favore. Ora, almeno, potrà godere maggiormente della vicinanza dei suoi cari. Si conclude così la sua vicenda giudiziaria".