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Il caso di Chico Forti

Chico Forti e le accuse dal carcere, lui si difende: “Affranto e smarrito, non so nulla”

“Chico Forti è caduto dalle nuvole nell’apprendere le accuse” ha dichiarato il legale del 65enne trentino detenuto a Verona dopo il suo rientro in Italia. Per l’avvocato la vicenda andrà approfondita, ma Forti “è affranto, smarrito e stupito”
A cura di Antonio Palma
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Si dice affranto, smarrito e stupito Chico Forti dopo aver appreso dell'indagine della Procura di Verona sulle rivelazioni di un altro detenuto che lo accusa di aver cercato contatti con la ‘ndrangheta per silenziare Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli. A rivelare lo stato d'animo di Forti, dopo la tempesta mediatica su questo caso, è il suo legale, l'avvocato Andrea Radice. Il legale infatti ha potuto vederlo e sentirlo oggi proprio nel penitenziario veronese in cui il 65enne trentino è detenuto dopo il suo rientro in Italia.

"Ora la vicenda andrà approfondita, ma Chico Forti è caduto dalle nuvole nell'apprendere quanto riportato oggi dalla stampa, è stupito, affranto e smarrito" ha spiegato il legale  dopo l'uscita dal carcere nel quale ha incontrato il suo assistito durante un colloquio poco dopo mezzogiorno. Il legale ora attenderà di prendere visione della documentazione su cui sta indagando la Procura scaligera e che al momento non vede indagati visto che l'inchiesta è contro ignoti e senza ipotesi di reato.

La vicenda è nata dopo che un detenuto del carcere di Montorio veronese ha riferito che l’ex campione di surf gli avrebbe chiesto di contattare qualche ‘ndranghetista per “mettere a tacere Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e una terza persona”. Secondo il Fatto Quotidiano e Corriere della Sera, che hanno ricostruito la vicenda, in cambio Forti avrebbe promesso al detenuto un aiuto futuro non appena riottenuta la libertà. Una conversazione che poi è arrivata alla procura che ha avviato le indagini del caso ascoltando già alcuni testimoni. "Abbiamo già avvertito le istituzioni e sentito tutti i possibili protagonisti" ha dichiarato il capo della Procura Raffaele Tito. Del caso  informati anche il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, la Prefettura di Verona, il Tribunale di sorveglianza e la Dda di Torino.

"Le indagini accerteranno la verità, ma a parte il fatto che non vedo la ragione per cui dovrebbero inventare una storia del genere, è bizzarra la circostanza che essi rivelino un modus operandi di Forti, emerso durante le indagini americane e che pochi conoscono" ha dichiarato intanto a La Stampa Lucarelli. Sul caso anche il Garante nazionale dei detenuti ha attivato accertamenti. "Se questi dati fossero accertati, sarebbe un fatto molto grave. Per il momento però sono stati solo avviati gli accertamenti, nei limiti delle facoltà del Garante" spiegano da ambienti del Garante stesso.

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