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Omicidio Chiara Gualzetti a Monteveglio

Chiara Gualzetti, il 16enne fermato “infastidito da avance”. A casa coltello e abiti insanguinati

Le indagini sono ancora in corso per risalire al movente reale dell’omicidio di Chiara Gualzetti, la ragazza uccisa a coltellate e trovata vicino all’abbazia di Monteveglio (Bologna). Nel corso dell’interrogatorio, il minorenne fermato tra le altre cose avrebbe detto “di essere infastidito dalle avances”. A casa dell’indagato trovati un coltello da cucina, vestiti sporchi di sangue e anche il telefono della vittima.
A cura di Susanna Picone
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Chiara Gualzetti è stata uccisa a coltellate, un ragazzo ha confessato il delitto, ma il movente resta ancora un mistero. "Una voce interiore mi ha detto di uccidere", avrebbe raccontato il sedicenne accusato dell’omicidio premeditato della coetanea trovata ieri senza vita a Monteveglio (Bologna) a poche centinaia di metri dalla casa dove viveva con i genitori. Chiara era scomparsa il giorno prima. La versione del reo confesso non è ritenuta lineare. Avrebbe appunto parlato di una spinta incontrollabile di uccidere, una sorta di voce interiore, ma in un altro passaggio avrebbe anche raccontato che la vittima aveva espresso l'intenzione di farla finita. Il 16enne inoltre avrebbe parlato di un rapporto di conoscenza con la coetanea in cui la giovane aveva manifestato un interesse nei suoi confronti. "Le indagini sono ancora in corso per risalire al movente reale" dell’omicidio, ha detto il comandante in sede vacante della Compagnia dei Carabinieri di Bologna Borgo Panigale, capitano Riccardo Angeletti. Nel corso dell’interrogatorio il ragazzo avrebbe detto "di essere infastidito dalle avances della giovane”. Per chiarire il rapporto che esisteva tra vittima e indagato, sono al vaglio degli inquirenti le chat scambiate tra i due e anche con altri amici. Alcuni messaggi sarebbero anche stati cancellati dal 16enne prima dell’interrogatorio.

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A casa dell'indagato coltello, abiti sporchi di sangue e cellulare di Chiara

Chiara Gualzetti era scomparsa da domenica mattina dopo, secondo il quadro ricostruito dagli inquirenti, aver accettato un appuntamento con l'amico vicino a un bosco nel parco dell'Abbazia del Comune sulle colline bolognesi. Il giovane poi fermato nella notte era uscito con un coltello ritenuto l'arma del delitto. Elemento che ha portato a ipotizzare la premeditazione. Il coltello usato per uccidere Chiara Gualzetti è stato trovato a casa dell’indagato come anche i suoi abiti sporchi di sangue e il cellulare della vittima. Il giovane, ha spiegato Angeletti, è stato rintracciato ieri nel capoluogo emiliano: i militari avevano avviato accertamenti su di lui in quanto ultimo contatto della vittima, e hanno effettuato una perquisizione. "La perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire sia l'arma del delitto, un coltello da cucina, e sia i vestiti sporchi di sangue, oltre al telefono della vittima di cui il giovane si era disfatto. Di fronte a queste evidenze investigative il giovane non ha potuto fare altro che confessare l’omicidio”, ha spiegato il comandante. Il giovane "era stato non solo l'ultimo ad averla vista ma aveva stranamente dichiarato di avere cancellato accidentalmente tutte le chat con la ragazza", ha detto il militare parlando dei momenti precedenti alla confessione.

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Domani una fiaccolata per Chiara Gualzetti

Sarà l'autopsia a dare delle risposte sui tempi dell’omicidio. Domani intanto, per ricordare la giovane vittima, si terrà una fiaccolata con partenza alle ore 20.30 dalla piazza del Municipio di Monteveglio e poi lungo via Abbazia fino a San Teodoro. “Sarà un momento per ricordare Chiara ma anche l'occasione per abbracciare la famiglia e stringersi intorno a loro come comunità in un momento così doloroso”, così il sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno.

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