Chi sono Tumbarello e Zerilli, i medici di Messina Denaro: perquisito reparto di Oncologia a Trapani
Sono due i medici indagati dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra in manette dopo 30 anni di latitanza. Da un lato c'è il suo medico di base, Alfonso Tumbarello, e dall'altro l'oncologo trapanese Filippo Zerilli.
Intanto, proprio Matteo Messina Denaro è stato sottoposto questa mattina ad una lunga visita medica nel penitenziario di massima sicurezza dell'Aquila. L'ex superlatitante in questi sue prime ore di detenzione al 41 bis si è dimostrato molto attivo e apparentemente sereno.
Chi è Alfonso Tumbarello: medico di base di Messina Denaro, ex candidato e massone
Tumbarello, 70 anni, è stato il medico di base di Campobello di Mazara – paese dove il capomafia avrebbe passato gli ultimi sei mesi della sua latitanza. Risulta indagato per procurata inosservanza di pena aggravata. Ha anche firmato le richieste di cura per La Maddalena. Tra i suoi assistiti compare anche Andrea Bonafede, di cui Messina Denaro ha usato l'identità.
Il medico nel 2006 si era candidato alle elezioni regionali con l'Udc, il partito che proprio quell'anno ottenne la rielezione del governatore Totò Cuffaro, all'epoca sotto processo per il caso Talpe che poi lo portò in carcere per favoreggiamento di Cosa nostra.
Andato in pensione lo scorso dicembre, Tumbarello è stato interrogato dagli inquirenti subito dopo il blitz con il quale i Ros dei carabinieri hanno catturato ‘u Siccu. A quanto si apprende avrebbe dichiarato: "Non sapevo nulla. Per me lui era il signor Bonafede".
Ma Tumbarello è anche un massone appartenente alla loggia "Valle di Cusa – Giovanni di Gangi (1035) all'Oriente di Campobello di Mazara". Il suo presunto coinvolgimento nella vicenda di Messina Denaro non è piaciuto al gran maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi, che ha firmato un provvedimento di sospensione "a tempo indeterminato da ogni attività massonica".
Chi è Filippo Zerilli, oncologo del reparto di Trapani perquisito
Nel registro degli indagati è finito anche l'oncologo trapanese Filippo Zerilli. Avrebbe eseguito l'esame del dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il padrino di Castlelvetrano doveva sottoporsi.
Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra che gli avrebbe prestato l'identità e che, come Zerilli, è finito ora sotto inchiesta.
Inoltre, i carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno perquisito nelle ultime ore anche il reparto di Oncologia dell'ospedale Sant'Antonio Abate alla ricerca del primo esame istologico effettuato da Matteo Messina Denaro, malato di tumore al colon.
Oltre a quella di Zerilli, sono all'attenzione degli investigatori anche le posizioni di altri medici: si vuole comprendere se fossero a conoscenza della vera identità di Andrea Bonafede.
Il pugno duro dell'Ordine dei Medici: "Favoreggiamento mafia incompatibile con la professione"
"Qualsiasi favoreggiamento della mafia è incompatibile con la professione", è stato il commento di Filippo Anelli, presidente FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, a proposito delle indagini per favoreggiamento che stanno coinvolgendo due medici che avevano avuto in cura Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza.
"Qualsiasi attività di collaborazione, fiancheggiamento o favoreggiamento della mafia è per noi un elemento di gravissima compromissione dell'esercizio professionale perché la nostra missione nell'essere medici è legata principalmente alla salute delle persone e, al contrario, i comportamenti mafiosi hanno creato tanti morti e tante sofferenze".
Secondo il presidente dell'Ordine dei medici di Trapani, Vito Barraco, "pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte delle Procure interessate, oggi stesso avvierò l'iter di accertamento di eventuali violazioni del codice deontologico da parte dei colleghi che risulterebbero coinvolti nell'inchiesta giudiziaria. E farò partire le convocazioni per i medici che risulterebbero coinvolti nell'inchiesta e da qui a dieci giorni sarò io stesso ad ascoltarli, così come previsto dal nostro regolamento nazionale. Una volta redatto il verbale di audizione, lo stesso verrà poi trasmesso al Consiglio di disciplina dell'Ordine che deciderà sull'avvio o meno di un eventuale procedimento disciplinare. Per i reati più gravi il Consiglio di disciplina può anche procedere alla sospensione immediata dall'Ordine dei medici".