Sei anni. Erano passati già sei anni da quando, a 53 anni suonati e una vita da padre di famiglia, Michele Tollis aveva deciso di mettersi a fare il detective. Un bel giorno era uscito dalla sua casa ordinata e tranquilla a Cologno Monzese ed era andato a bere una birra nel cuore di Milano, al pub Midnight. Sugli sgabelli scomodi del locale dove si esibivano la band di punta del rock satanico, aveva offerto cicchetti a chiunque fosse disposto a scambiare con lui due parole, a dargli un nome, un indirizzo, un numero di telefono, qualunque cosa che lo mettesse sulle tracce di Fabio. Suo figlio era scomparso a 16 anni insieme all'amica Chiara Marino, quella ragazza bruna con il rossetto scuro e quel bel sorriso. Quando sorrideva, certo. Dopo tutti quegli anni la polizia si era arresa, ma Michele no, aveva cercato, indagato e nessuno era mai riuscito a persuaderlo che dal giorno della scomparsa, quel pomeriggio di gennaio del 1998, i due ragazzi non fossero ancora insieme, "nel bene o nel male", come soleva ripetere. Così, quando il telegiornale diede la notizia del fermo di Andrea Volpe, il metallaro "baùscia" del Midnight, Michele capì che la verità era arrivata. Chiara e Fabio sarebbero stati trovati dopo qualche giorno abbracciati sotto due metri di terra, nel fitto di un bosco di Somma Lombardo.
L'omicidio di Mariangela Pezzotta
"Signor Tollis, noi per aiutare lei non possiamo rovinarci noi". Quel noi ripetuto due volte e quella frase sibillina, detta nel buio del Midnight mentre bevevano birra, aveva fatto raggelare il sangue a Michele e l'intuizione che quel giovane scapestrato avesse fatto del male a suo figlio non lo aveva più lasciato fino al giorno in cui Volpe era stato arrestato insieme alla fidanzata 19enne, Elisabetta Ballarin. L'accusa era quella di aver ammazzato Mariangela Pezzotta, 28 anni, massacrata a colpi di pistola e di badile e sepolta nelle campagne di Golasecca, il 24 gennaio 2004. Il delitto, uno dei più abietti e truculenti della storia del crimine avrebbe sollevato il velo sulla scomparsa dei due ragazzi e lo avrebbe fatto unicamente grazie all'intraprendenza di quel padre di famiglia che si era messo a fare l'investigatore per ritrovare suo figlio.
Chi sono le Bestie di Satana: storia della setta
Quando Tollis darà alla polizia il tassello mancante, quello della scomparsa dei due ragazzi, anche il movente dell'omicidio di Mariangela, ex ragazza di Andrea Volpe, sarà chiaro: Mariangela sapeva troppe cose sulla scomparsa di Chiara e Fabio. Uno scenario spaventoso comincia a fare capolino dietro a quelle morti. Ballarin e Volpe sono adepti di una pseudo setta chiamata ‘Le Bestie di Satana', il cui statuto prevede due cose: la prima è fare del male il più possibile, con ogni mezzo. La seconda? Se ne esce solo con la morte. Il gruppo si era formato intorno alla figura carismatica di Nicola Sapone, il leader che dettava legge sui gregari Andrea Volpe, Paolo Leoni, Marco Zampollo, Eros Monterosso, Nicola Maccione e Elisabetta Ballarin. Tutti giovanissimi figli della provincia milanese, di umili origini, senza sogni, senza grandi ambizioni, se non quella di fare musica metal con il gruppo dei Ferocity, che avevano fondato, e di asservirsi al male. La setta devota a Satana voleva coltivare il male attraverso torture, sevizie, omicidi e l'induzione al suicidio.
Gli omicidi di Chiara Marino e Fabio Tollis
La prima condanna a morte della setta viene pronunciata per Chiara Marino, una delle due ragazze del gruppo. La sua colpa è quella di voler uscire dalla setta. Quando si tratta di ucciderla, però, l'amico Fabio Tollis si sottrae e il piano va a monte. Scatta quindi la seconda condanna a morte. I due ragazzi vengono attirati nel bosco di Somma Lombardo con la scusa di mettere in scena un rituale satanico. Una volta lì vengono colpiti a tradimento da Sapone con con un coltello. Dopo averli finiti il capo della setta li getta nella fossa, poi comincia a ballare, in preda al delirio, e urla: "Ora siete degli zombi, provate a camminare!". E urina sui cadaveri. È il 17 gennaio 1998.
I suicidi di Andrea Bontade e Andrea Ballarin
La seconda vittima delle Bestie è Andrea Bontade, uno degli adepti, reo di non essersi presentato la sera dell'omicidio di Fabio e Chiara. "Se non lo fai tu lo facciamo noi" dicono Sapone e gli altri al 19enne. La sera del 21 settembre 1998, Bontade esce al Midnight dopo aver bevuto e aver assunto stupefacenti, si mette alla guida della sua auto e si schianta contro un muro alla velocità di 180 chilometri orari. Muore sul colpo. Un anno dopo Andrea Ballarin, 22 anni, un altro membro della congrega satanica viene trovato impiccato vicino al giardino di una scuola di Somma Lombardo.
L'epilogo: le Bestie di Satana oggi
"Se non ci avessero arrestati ci avrebbero uccisi tra di noi". Andrea Volpe tira un sospiro di sollievo quando viene arrestato per l'omicidio della sua ex fidanzata. La spirale della morte viene interrotta quando la polizia trova il cadavere di Mariangela. Due anni dopo, quando il processo del secolo sarà concluso lasciando l'Italia nauseata e atterrita, la Corte d'assise di Busto Arsizio condannerà Nicola Sapone, la mente degli omicidi e il più feroce dei serial killer, a due ergastoli; Paolo Leoni e Marco Zampollo a 26 anni di reclusione, Elisabetta Ballarin a 24 anni e tre mesi ed Eros Monterosso a 24 anni. Quelli di Chiara, Fabio, Mariangela, Andrea Bontade e Andrea Ballarin sono gli unici omicidi attribuiti alla setta, ma altri crimini sono riferibili alle Bestie di Satana. I loro delitti sono stati definiti dalla BBC tra i più scioccanti della storia d'Italia dal secondo Dopoguerra.