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Chi sono i superlatitanti più ricercati d’Italia dopo l’arresto e la morte di Matteo Messina Denaro

Si riduce a quattro l’elenco dei superlatitanti più ricercati d’Italia stilato dal Viminale dopo l’arresto e la morte di Messina Denaro. Tra di loro un altro mafioso di lungo corso, un camorrista e uno ndranghetista ma anche un nome storico dell’Anonima sequestri sarda.
A cura di Antonio Palma
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Con l’arresto di Matteo Messina Denaro, e la morte del boss mafioso di Cosa nostra si riduce a quattro l’elenco dei superlatitanti più ricercati d’Italia stilato dal Viminale. La cattura e la morte del superboss mafioso, primo della lista e con la più lunga latitanza alle spalle, infatti, non interrompe l’attivista delle forze dell’ordine per catturare i ‘most wanted' d’Italia.

Tra di loro un altro mafioso di lungo corso, Giovanni Motisi, ritenuto killer di fiducia di Totò Riina, un camorrista protagonista della guerra di Camorra che insanguinò Napoli negli anni ’80, Renato Cinquegranella, ma anche un nome storico dell'Anonima sequestri sarda come Attilio Cubeddu e infine l’ultimo inserito nella lista, latitante “solo” dal 2018,  Pasquale Bonavota, boss dell'omonima cosca di ‘ndrangheta.

Attilio Cubeddu
Attilio Cubeddu

Attilio Cubeddu e l'anonima sarda

Dopo Messina Denaro, il criminale ricercato da più tempo tra i latitanti "di massima pericolosità" è Cubeddu, classe 1947 e latitante dal 1997 dopo una fuga durante un permesso premio dal carcere. Aveva già un passato da criminale di piccolo calibro quando ha intrapreso la carriera di sequestratore partecipando ad alcuni dei sequestri più famosi avvenuti in Italia. Dopo l’arresto nel 1980 e la condanna a 30 anni di reclusione, aveva ottenuto un permesso premio per vedere moglie e figlie ma non è mai tornato nella Casa Circondariale di Badu è Carros e da allora è sparito nel nulla. Nel 1998 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, lo hanno cercato in Corsica, Spagna, Germania, Sud America ma inutilmente.

Giovanni Motisi
Giovanni Motisi

Giovanni Motisi, il killer di fiducia di Riina

Latitante dal 1998 per omicidio, Giovanni Motisi è ora il secondo ricercato tra gli inseriti nel ‘Programma speciale di ricerca' del Gruppo integrato interforze per la ricerca dei latitanti istituito presso la Direzione centrale della polizia criminale. “u pacchiuni", 63enne palermitano, è considerato il killer di fiducia di Totò Riina. Durante la sua latitanza è stato condannato anche per associazione di tipo mafioso e strage oltre a svariati altri reati per i quali deve scontare diversi ergastoli. L’ultima apparizione nota agli inquirenti risale al 1999, alla festa di compleanno della figlia. Il sospetto è che si sia spostato anche all’estero, in particolare in Francia, ma da allora più niente tanto da alimentare il sospetto che sia morto.

Renato Cinquegranella
Renato Cinquegranella

Renato Cinquegranella, il boss di camorra

Tra i maggiori ricercati anche il boss della camorra Renato Cinquegranella, classe 1949, ricercato dal 2022 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi ed estorsione. Anche per lui come per gli altri l’unica foto nota è in bianco e nero risalente al periodo in cui era legato alla "Nuova Famiglia", storici rivali della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. Il suo nome è associato ad alcuni efferati delitti come la tortura e l’omicidio di Giacomo Frattini e il massacro del capo della Mobile Antonio Ammaturo e del suo autista, Pasquale Paola, ‘firmato' nel luglio dello stesso anno dalle Brigate Rosse. Dal 2018 per lui sono state diramate le ricerche in campo internazionale ma senza esito.

Pasquale Bonavota
Pasquale Bonavota

Pasquale Bonavota, la mente dell'omonima cosca di ‘ndrangheta

L’unica foto a colori tra i superlatitanti più ricercati d’Italia è quella di Pasquale Bonavota, classe '74 ma ricercato dal 28 novembre 2018 per “associazione di tipo mafioso” e “omicidio aggravato in concorso". Bonavota è ritenuto boss e mente dell'omonima cosca di ‘ndrangheta, una delle più potenti e temute. Per gli inquirenti "Negli anni è stato in grado di imprimere importanti cambiamenti nella sua cosca, estendendone gli affari" in tutta Italia con gruppi autonomi della criminalità calabrese.

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