Chi sono i morti per Covid in Italia dall’inizio della pandemia
Non solo gli anziani muoiono per complicazioni legate al Covid. Su un totale di 130.468 vittime registrate in Italia dall'inizio della sorveglianza fino al 5 ottobre, 1.601, pari all'1,2% del totale, erano under 50, secondo quanto emerge dal report periodico sui decessi dell'Istituto superiore di Sanità (Iss) pubblicato oggi. Nello specifico, 399 di questi avevano meno di 40 anni (245 uomini e 154 donne con età compresa tra 0 e 39 anni), mentre risultano essere 15 i bambini con meno di 10 anni che non ce l'hanno fatta; 20 sono i decessi nella fascia 10-19 anni, 76 quelli fra i 20-29enni.
Le donne morte per Covid sono meno degli uomini
Nella lista delle vittime Covid, le donne sono di meno e quando vengono stroncate dal virus sono mediamente più anziane rispetto agli uomini. Complessivamente, spiegano gli autori del dossier, fra le donne decedute dopo aver contratto infezione da Sars-CoV-2 l'età mediana risulta essere 85 anni, fra gli uomini 80 anni. Le donne decedute sono 56.792, pari al 43,5% del totale dei morti. Solo nella fascia d'età sopra i 90 anni il numero di decessi di sesso femminile è superiore a quelli di sesso maschile, dato da mettere in relazione al fatto che la popolazione in questa fascia è costituita per circa il 72% da donne.
Morti non vaccinati sono 23 volte più di vaccinati
I deceduti per Covid-19 che hanno completato il ciclo vaccinale, secondo il report, hanno un’età media più alta (85,5 di contro a 78,3) rispetto ai non vaccinati, e anche il numero medio di patologie osservate è significativamente più alto in questo gruppo secondo quanto è emerso dall'analisi di un campione di 671 cartelle cliniche relative a decessi avvenuti dal 01/02/2021 fino al 05/10/2021. Nel periodo considerato sono 38.096 i decessi Sars-Cov-2 positivi. Tra questi sono 33.620 quelli in coloro che non avevano ancora ricevuto alcuna dose di vaccinazione e 1.440 i decessi Sars-Cov-2 positivi in vaccinati con ciclo vaccinale completo (3,7% di tutti i decessi Sars-Cv-2 positivi avvenuti nel periodo). L’analisi delle loro caratteristiche indica che la presenza di cardiopatie (cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale e scompenso cardiaco), di demenza e di cancro si è dimostrata più alta nel campione di vaccinati. "I risultati qui presentati – si legge nel documento – indicano chiaramente che le persone decedute dopo il completamento del ciclo vaccinale hanno un elevato livello di complessità clinica, significativamente superiore rispetto alle persone che non hanno potuto beneficiare dell’effetto del vaccino a causa di un contagio precoce o perché non hanno neanche iniziato il ciclo vaccinale. È possibile ipotizzare che i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all’infezione da SARS-CoV-2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati. Queste persone molto fragili e con una ridotta risposta immunitaria, sono quelle che possono maggiormente beneficiare di una ampia copertura vaccinale dell’intera popolazione in quanto ciò ridurrebbe ulteriormente il rischio di infezione".