Chi sarà il prossimo Papa, i nomi dei possibili successori di Francesco: i cardinali italiani papabili

Dopo la morte di Papa Francesco, avvenuta lunedì 21 aprile, la macchina per l'elezione del nuovo Pontefice si è già messa in moto. Il Conclave, in base alle norme della Universi Dominici Gregis, si riunirà tra il 15esimo e il 20esimo giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio.
Al momento sono 135 i cardinali sotto gli 80 anni con diritto di voto che potrebbero partecipare all'elezione. Subito dopo l'annuncio della morte di Bergoglio hanno iniziato a circolare i nomi dei suoi potenziali successori. Tra questi ci sono anche tre italiani "papabili": Pietro Parolin, Matteo Maria Zuppi e Pierbattista Pizzaballa. Ecco chi sono.
Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede
Il candidato più citato nei sondaggi vaticani è il 70enne Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato della Santa Sede. È considerato un grande diplomatico ed è riuscito ad avvicinare negli ultimi anni la Santa Sede alla Cina.

Conosce molto bene l'Oriente e l'America Latina, avendo ricoperto l'incarico di nunzio in Venezuela, così come la struttura interna della Chiesa, ha gestito i rapporti con i principali leader mondiali.
Parolin è considerato un centrista e non appartiene a nessuna fazione o ordine religioso, un fatto che potrebbe decisamente favorirlo.
Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei
Candidato dell'ala progressista è Matteo Maria Zuppi, 69 anni, arcivescovo di Bologna e attuale presidente della Conferenza episcopale italiana. Nei 12 anni di pontificato di Papa Francesco è stato vicino a Bergoglio, per la sua attenzione verso i più svantaggiati e i migranti, e alla Comunità di Sant'Egidio.

A Zuppi Papa Francesco affidò la missione di trovare vie di pace in Ucraina, che comprendeva anche la restituzione dei bambini ucraini dalla Russia, nonché lo scambio di prigionieri e delle salme.
Nell'ultima visita a Mosca, nell'ottobre del 2024, incontrò il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov e il metropolita Antonij di Volokolamsk.
Il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa
Il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, 59 anni, è il terzo candidato italiano. Negli ultimi tempi, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Medio Oriente, aveva rafforzato molto il suo legame con Papa Francesco.

Si era guadagnato una certa notorietà quando aveva proposto ad Hamas di prendere lui in ostaggio al posto delle più di cento persone rapite nell’attentato del 7 ottobre 2023 in territorio israeliano.
Tuttavia, è ancora giovane e poco noto su temi dottrinali. Inoltre, è un frate francescano, un ordine inviso ad alcune fazioni interne alla Chiesa.
Chi sono gli altri cardinali "papabili"
Oltre ai tre italiani, ci sono diversi altri candidati al soglio pontificio. Dalla fazione progressista viene Luis Antonio Tagle, 67 anni, cardinale delle Filippine. Tagle ha spesso criticato duramente le posizioni rigide e conservatrici della Chiesa nei confronti delle persone omosessuali e divorziate.

Una dei candidati più importanti per l'ala conservatrice ed europeista è invece Peter Erdo, l'arcivescovo di Budapest, 72 anni. Cresciuto sotto il comunismo, quando aveva quattro anni, nel 1956, la sua famiglia fu costretta a fuggire dal Paese. È fermamente pro-vita, si oppone al celibato facoltativo dei sacerdoti e all'accettazione delle unioni omosessuali.
Altro candidato conservatore è il vescovo di Stoccolma, Anders Arborelius, 75 anni, primo cardinale svedese. È fermo difensore della dottrina della Chiesa, in particolare contro il permesso alle donne di essere diaconi o di benedire le coppie dello stesso sesso.
Tra i candidati conservatori c'è anche un cardinale africano, il 65enne arcivescovo di Kinshasa Fridolin Ambongo Besungu. Nato nella Repubblica Democratica del Congo, in qualità di presidente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar nel gennaio 2024 ha firmato una lettera in cui esprimeva l'opposizione alla dichiarazione del Vaticano che autorizzava i sacerdoti a benedire le unioni omosessuali.

Fra i candidati di compromesso c'è l'arcivescovo di Marsiglia, Jean-Marc Aveline, 66 anni. Il suo profilo ricorda quello del primo Bergoglio, affabile e colto, dedito ai temi delle "periferie", del dialogo interreligioso e delle migrazioni, una sensibilità acquisita durante l'infanzia trascorsa in una famiglia di francesi rimpatriati dopo il 1962, alla fine della guerra d'Algeria. La sua età relativamente giovane potrebbe però rappresentare uno svantaggio.
Tuttavia, come spesso accade e come recita un detto molto noto, “chi entra al Conclave da Papa, ne esce Cardinale”. Sia il nome di Jorge Bergoglio che quello di Karol Wojtyła non comparivano infatti tra i ‘papabili' del loro Conclave. Per questo il "toto-nomi" va sempre preso con cautela.