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La scomparsa di Kata a Firenze

“Chi sa di Kata mi faccia sapere qualcosa”, l’ultimo appello della mamma della bimba scomparsa

L’appello della mamma di Kata, sparita a Firenze: “Vorrei sapere se Kata è viva, se sta bene, sono passati due mesi e stare così senza sapere nulla mi fa stare male. Non si può stare così senza sapere niente. Chi sa di Kata mi faccia sapere qualcosa”.
A cura di Susanna Picone
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Una foto di Kataleya
Una foto di Kataleya
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"Vorrei sapere se Kata è viva, se sta bene, sono passati due mesi e stare così senza sapere nulla mi fa stare male. Non si può stare così senza sapere niente. Chi sa di Kata mi faccia sapere qualcosa". È l’ennesimo appello lanciato da Kathrine Alvarez, la madre della bambina scomparsa a Firenze il 10 giugno scorso.

"Spero che la nuova indagine serva a trovarla", ha detto la mamma di Kata ai suoi avvocati sulla perquisizione dei cellulari, il suo e quello del marito Miguel Chicclo Romero.

I genitori della bimba peruviana non sono indagati, ma ieri i carabinieri hanno perquisito entrambi nell'ambito dell'esecuzione di una decina di decreti, atti firmati dai pm Christine von Borries e Giuseppe Ledda, nell'ambito delle indagini per trovare la bimba.

Secondo quanto viene ricostruito, gli inquirenti hanno incaricato gli investigatori dell'Arma di un'attività specifica, ossia fare copia forense delle memorie dei loro telefoni, soprattutto riguardo a attività sui social network, ed è servito un atto di perquisizione.

Nella giornata di sabato 5 agosto è stato arrestato, tra gli altri, lo zio materno della piccola Kataleya. Insieme a lui altri tre uomini, tutti portati in carcere dalla squadra mobile fiorentina nelle indagini sul "racket degli affitti" estorti agli immigrati nell'occupazione abusiva dell'ex hotel Astor di Firenze.

Argenis Abel Alvarez Vazsquez, detto Dominique, risulta l'ultimo parente ad aver visto la bambina prima del sequestro. Quel giorno, secondo le ricostruzioni, la sorella Kathrine Alvarez aveva affidato a lui e alla cognata la piccola Kata. La bimba stava con loro mentre la mamma era al lavoro. Quando Kata è sparita, suo padre era ancora in carcere.

Contestualmente agli arresti fatti dalla squadra mobile di Firenze, i carabinieri si sono occupati di eseguire una decina decreti di perquisizione a familiari e parenti di Kata, più altre persone.

Come spiega il procuratore antimafia Luca Tescaroli, le iniziative "si collocano nel percorso investigativo che è in atto ed è proiettato ad individuare gli autori dell'ipotizzato sequestro di Mia Kataleya Chiclo Alvarez".

Gli arresti da soli non riguardano il rapimento della bambina bensì il contesto di illegalità nell'ex albergo in cui la piccola viveva.

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