Chi ha rapito Kata e perché: cosa sappiamo a un mese dalla scomparsa della bimba di Firenze
"Mi rivolgo a chiunque abbia preso mia figlia, anche per errore: liberate Kata o fateci sapere se è ancora viva". Con queste parole nei giorni scorsi ha lanciato l’ennesimo appello Katherine Alvarez, la mamma della bambina peruviana di 5 anni scomparsa a Firenze un mese fa, il 10 giugno 2023.
Kataleya Alvarez Chicclo – per tutti Kata – viveva nell’ex hotel Astor, che era occupato abusivamente da decine di famiglie, e nel pomeriggio di un mese fa è svanita senza lasciare tracce.
Una telecamera ha ripreso la piccola per l’ultima volta quel giorno: Kata esce dal cancello dell’ex albergo per rientrarvi subito dopo aver lasciato i suoi amici. Sono le 15.13 ed è l’ultima immagine che abbiamo della bimba. Quel giorno, la madre era al lavoro in un supermercato.
L'iniziativa di Penelope a un mese dalla scomparsa di Kata
Questa sera, a un mese dalla scomparsa della bambina, l’associazione Penelope ha organizzato un presidio "per far cadere il muro di indifferenza e omertà che avvolge la scomparsa di Kata". La stessa mamma della bambina scomparsa ha chiesto a tutti di partecipare al presidio organizzato a Firenze per le 21 in piazza Dallapiccola: "All'appuntamento mi auguro ci siano anche le istituzioni e i cittadini di Firenze: non fatelo per me o mio marito ma per mia figlia", ha ripetuto Katherine.
Cosa è successo alla piccola Kata: nessuna richiesta di riscatto
Ma cosa è successo in un mese di indagini e cosa sappiamo del mistero di Kata? La procura di Firenze indaga con un fascicolo aperto per sequestro di persona a fini di estorsione. Ma nessuna richiesta di riscatto risulta arrivata alla famiglia della bimba e finora non sono emerse tracce che possano condurre ai sequestratori.
Le indagini a Firenze
In questo mese sono stati ascoltati testimoni, prelevato dna, visionati video delle telecamere di sicurezza, svariate le perquisizioni nell’ex hotel occupato e nella zona in cui la bambina è stata vista l’ultima volta.
Hanno cercato la piccola con droni e apparecchiature sofisticate, perlustrando anche i pozzi neri e gli anfratti più nascosti. Si è parlato del cosiddetto racket degli affitti e le indagini si concentrano anche sull’aggressione ai danni di un ecuadoregno, volato dal secondo piano il 28 maggio.
I genitori di Kataleya – ricordiamo che il padre Miguel Romero Chicclo il giorno della scomparsa della figlia era detenuto in carcere ed è stato scarcerato nei giorni successivi – in questo mese sono stati ascoltati diverse volte da chi indaga.
Anche la scorsa settimana sono stati chiamati di nuovo dai carabinieri negli uffici del Comando provinciale per visionare alcuni video tratti da alcune telecamere di sorveglianza installate in città. Le indagini, su indicazione della procura, sono state estese anche alle immagini raccolte dalle circa 1.500 telecamere pubbliche a Firenze e una selezione di filmati è stata mostrata ai genitori.
Inoltre i carabinieri stanno continuando a sentire gli ex occupanti dell’albergo. Quasi 70 persone, secondo quanto risulta, sono state sentite finora come informate sui fatti.
L'appello del pm e le parole sull'ex hotel Astor
Oltre agli appelli continui dei genitori e della comunità peruviana, nei giorni scorsi un appello è arrivato anche dal pm che indaga sulla scomparsa della bambina. "Faccio un appello di responsabilità a tutti, chiedendo ai familiari il più stretto riserbo e un impegno da parte della collettività, invitando coloro che sanno a riferire esclusivamente a questo ufficio nell'interesse prioritario della piccola bimba scomparsa", le parole di Luca Tescaroli, il pm che indaga sulla scomparsa della piccola Kata.
Secondo Tescaroli "l'ipotizzato sequestro di persona potrebbe trovare spiegazione nei rapporti conflittuali che sono sfociati in delitti con denunce reciproche maturate nell'ambito dell'occupazione abusiva dell'hotel Astor. Si è visto nelle fosse biologiche, nelle intercapedini, nelle controsoffittature, e non è emersa alcuna traccia della piccola bimba scomparsa".
Il pm ha parlato anche del Dna prelevato agli occupanti dell'ex hotel e spiegato che "si tratta di una attività di indagine funzionale agli sviluppi investigativi che vi saranno".
Le indagini per trovare Kata proseguono
"Abbiamo garantito agli inquirenti che qualora avessimo notizie le comunicheremo immediatamente – hanno detto la scorsa settimana anche gli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, legali della famiglia della bambina -. Abbiamo avuto la conferma che le indagini dei carabinieri coordinate dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dai pm Christine von Borries e Giuseppe Ledda stanno proseguendo incessantemente con il massimo impegno”.
Il sindaco di Firenze: "Restiamo vicini alla famiglia di Kata"
Ad un mese dalla scomparsa di Kata "non posso che ribadire che il Comune resta vicino alla famiglia e continua a collaborare con l'autorità giudiziaria e le forze dell'ordine come abbiamo sempre fatto fin dal primo giorno". Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella. "Abbiamo garantito sostegno alle indagini – ha detto il sindaco – e le famose 1650 telecamere usate sono praticamente tutte del sistema di videosorveglianza del comune. Anche per quel che riguarda l'ospitalità di donne e bambini della comunità nelle strutture dove la situazione è sotto controllo anche grazie ad aiuto di Caritas e ad altri soggetti di terzo settore che ci stanno sopportando".