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Chi era Lorenzo Nardelli, il 32enne ucciso a botte in un condominio di Mestre

Aveva avuto problemi di dipendenza Lorenzo Nardelli, il 32enne ucciso a botte da due persone in un condominio di Mestre, ma poi si era risollevato. I due cugini fermati per il delitto avrebbero raccontato di averlo ucciso dopo un tentativo di furto ad opera del giovane nel loro appartamento.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Lorenzo Nardelli non era un ladro: a dirlo è un operatore sociale che con il giovane ucciso a botte in una palazzina di Mestre. Il giovane, che da poco aveva trovato lavoro ma che nella vita era aveva avuto problemi di tossicodipendenza, sarebbe stato ucciso da due cugini residenti nello stabile nella serata del 9 agosto.

I due uomini che hanno confessato il delitto avrebbero detto di aver ucciso Nardelli in seguito a un tentativo di furto. Secondo quanto da loro raccontato, il giovane sarebbe entrato nella loro abitazione per rubare e poi sarebbe precipitato nel vano ascensore nel tentativo di sfuggire ai due aggressori.

Per gli inquirenti, però, la versione dei fatti fornita dai responsabili non sarebbe credibile. Lorenzo da quasi 2 anni risiedeva in un appartamento di proprietà della famiglia in via Gramsci 17 e da poco aveva trovato lavoro. Secondo chi lo ha conosciuto, non avrebbe avuto alcun motivo per rubare.

Il papà ex ferroviere in pensione, la mamma ex insegnante di musica e la sorella di qualche anno più giovane, sono distrutti dal dolore. Accanto alla famiglia vi sono ora anche lo zio paterno e altri amici e parenti del giovane. La notizia ha sconvolto l'intero comune di Salzano, nei pressi di Mestre, dove il ragazzo viveva. Dopo i problemi di dipendenza da alcol e droghe, Lorenzo si era ripreso. Fino a circa un mese fa aveva lavorato come assistente bagnanti alla Jesolo Turismo Spa, società partecipata che gestisce il servizio di salvataggio al lido di Jesolo.

L'attività di bagnino accompagnava quella di autista. I colleghi lo ricordano come educato, tranquillo ed "ormai equilibrato". "Siamo rimasti senza parole quando abbiamo saputo – raccontano alla Tribuna di Treviso alcuni colleghi -. Ci chiediamo cosa possa essere successo. Siamo vicini alla famiglia ed esprimiamo il nostro sentito cordoglio per quanto avvenuto".

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