Chi era Guglielmo Maiello, il macchinista di 57 anni travolto da un treno. La sorella: “Altruista e attento”
"Ho riferito alla polizia quanto accaduto. Conoscevo Guglielmo da poco, mercoledì era la prima volta che lavoravano insieme. Sono sotto choc". A parlare è il collega di Guglielmo Maiello, 57 anni, il macchinista che nella serata di mercoledì 11 dicembre è stato investito e ucciso da un treno in corsa nel Reggiano. L'uomo ha assistito alla scena.
L’incidente è avvenuto verso le 20.40. Il 57enne, residente in provincia di Piacenza, aveva da poco finito il suo turno di lavoro e stava andando a prendere la macchina nel parcheggio della stazione di Rubiera, dove è avvenuto l'investimento. Maiello lavorava come manovratore per Mercitalia, società di Ferrovie dello Stato specializzata nel trasporto merci.
Una prima ricostruzione dell'incidente
Secondo una prima ricostruzione ancora da confermare nei dettagli, il 57enne avrebbe tentato di attraversare i binari e sarebbe stato colpito da un treno regionale in viaggio verso Piacenza. L’impatto, violentissimo, ha provocato il decesso immediato. Ad assistere all'incidente è stato il collega che ha dato l’allarme ed è stato portato in ospedale, sotto choc.
Distrutto dalla tragedia anche il conducente del treno, un giovane che ha appena finito il periodo di apprendistato, che ha raccontato di non aver visto Maiello. Il macchinista si sarebbe trovato in un punto in cui il camminamento era vicino alla linea, dove il transito dei treni era vicino a quello dei pedoni.
Del caso si sta occupando il pubblico ministero Stefano Finocchiaro, che sta coordinando gli accertamenti della polizia ferroviaria. La salma è al momento a disposizione della Procura per eventuali accertamenti. Le autorità stanno valutando se disporre l’autopsia prima di dare il nulla osta per i funerali.
Chi era Guglielmo Maiello
A Maiello mancavano pochi mesi alla pensione, come si legge sulla rivista on line ‘Ancora in marcia' autogestita da macchinisti italiani. "Non ci spieghiamo l’accaduto. Di certo Guglielmo era pieno di voglia di vivere e di indole prudente, anzi fin troppo puntiglioso e preciso. Ci diceva sempre: “State attenti nelle stazioni, voi non sapete…'", racconta di lui la sorella Antonietta, in un'intervista alla Gazzetta di Reggio.
"Ha iniziato a lavorare a soli 18 anni, quando è entrato nel Genio ferrovieri fin dall’inizio come macchinista, lasciando la sua città e girando l’Italia per lavoro", racconta ancora. Guglielmo abitava tanti anni a Pontenure, un piccolo centro sulla via Emilia, alle porte di Piacenza, insieme alla moglie e alle due figlie di 28 e 23 anni.
"Era una persona meravigliosa, un padre splendido, creativo e altruista. In casa faceva di tutto, dai piccoli lavoretti al bricolage. Gli piaceva andare a raccogliere funghi, era un appassionato di informatica e amava la lettura – prosegue la sorella della vittima – Una persona più serena e allegra di lui non c’era. Non è giusto uscire per andare al lavoro e non tornare più".
