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Giada Zanola uccisa a Vigonza

Chi era Giada Zanola, spinta dal cavalcavia sulla A4 e uccisa dal compagno: lascia bimbo di 3 anni

La 34enne Giada Zanola, originaria del Veneziano, è stata spinta da un cavalcavia dell’autostrada A4 e uccisa a Vigonza, nel Padovano. Per l’omicidio fermato Andrea Favero, suo compagno e padre di suo figlio, un bimbo di 3 anni. “Un delitto che ci lascia sconvolti” ha dichiarato il Governatore del Veneto.
A cura di Antonio Palma
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Giada Zanola
Giada Zanola
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Si chiama Giada Zanola la donna di 34 anni morta mercoledì dopo essere stata spinta da un cavalcavia a Vigonza, in provincia di Padova, ed essere precipita sul tratto padovano dell’autostrada A4. Per gli inquirenti a spingerla sarebbe stato il compagno e padre di suo figlio, un bimbo di appena 3 anni, al culmine di una lite in strada. L’uomo di 39 anni, Andrea Favero, è stato posto in stato di fermo nelle scorse ore come indiziato di omicidio volontario aggravato e condotto in carcere.

Secondo quanto ricostruito finora, la coppia pare fosse già in crisi da qualche tempo. Lui camionista e lei, che stava per iniziare un lavoro in un impianto di distribuzione di carburanti, si stavano per lasciare. Per questo nelle prime ore di mercoledì sarebbe nato un acceso diverbio tra i due proprio sopra il cavalcavia autostradale di via Prati che dista pochissimi chilometri dalla loro abitazione di Vigonza. Stando agli inquirenti, l’uomo avrebbe spinto la vittima oltre il ponte facendo precipitare nel vuoto per circa quindici metri.

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Il corpo della donna, originaria di Stra, nel Veneziano, è stato trovato all'alba di ieri sulla carreggiata dell’autostrada A4 in direzione Padova dove purtroppo è stato investito dai veicoli in transito. Una dinamica così tragica che inizialmente si era pensato a un suicidio, ma gli sviluppi investigativi delle scorse ore hanno portato a una svolta ancora più terribile.

Ricostruendo le ore precedenti al fatto, gli agenti della polizia stradale intervenuti sul posto insieme a quelli della Squadra mobile di Padova e alla polizia scientifica, che ha fatto i rilievi, hanno riscontrato degli elementi che facevano ricondurre la tragedia ad una ipotesi di omicidio.

Interrogato dal pm, il 39enne infatti dava dei resoconti con delle incongruenze nella ricostruzione delle ultime ore antecedenti il grave fatto. Messo alle strette, avrebbe fatto alcune ammissioni e, al termine dell’interrogatorio, il magistrato ha disposto per lui il fermo di indiziato di omicidio volontario aggravato, provvedimento eseguito dai poliziotti che lo hanno condotto in carcere.

Andrea Favero e Giada Zanola
Andrea Favero e Giada Zanola

Per comprendere la dinamica dei fatti le indagini si sono concentrate sui rapporti interni alla coppia. Si è così scoperto che negli ultimi tempi la relazione tra i due era in crisi e si erano verificate violente liti. In effetti sul 39enne sono stati trovati lividi ed escoriazioni riconducibili verosimilmente a episodi di violenza. Durante l'interrogatorio, inoltre l'uomo, di professione camionista, ha raccontano del suo disagio per la relazione ormai in crisi dicendo che era preoccupato di non poter più vedere il figlio di tre anni avuto con la donna.

La tragedia ha sconvolto la comunità padovana di Vigonza. "Non ho parole per descrivere quello che provo ora, non è giusto, non doveva finire così. Mi mancherai sorellina mia" scrive sui social un  amico di Giada Zanola.  "Ciao Giady, sei stata una delle persone più importanti della mia vita, pensare che ti avevo sentito qualche giorno fa, ti avrei rivisto tra qualche mese al mio ritorno…non ho parole" è il messaggio di un altro amico. “Un delitto che ci lascia sconvolti. Il nostro pensiero va al piccolo, ai familiari e agli amici di questa giovane donna, uccisa in modo barbaro” ha dichiarato anche il governatore del Veneto, Luca Zaia.

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