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Mostro di Firenze

Chi era Francesco Vinci, l’uomo accusato di essere il Mostro di Firenze che sarà riesumato

Francesco Vinci, nato l’8 maggio 1943, fu uno dei principali protagonisti della cosiddetta ‘pista sarda’ nel caso del Mostro di Firenze. Accusato da Stefano Mele, marito di una delle prime vittime del Mostro, Barbara Locci, di essere il killer delle coppiette, fu successivamente scagionato perché, mentre era rinchiuso in carcere, l’assassino seriale uccise altre 4 persone.
A cura di Eleonora Panseri
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A destra, Francesco Vinci
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Tra le numerose figure che ruotano intorno al caso del Mostro di Firenze, l'assassino seriale che tra il 1968 e il 1985 uccise 8 coppie di fidanzati nella provincia fiorentina, c'è anche quella di Francesco Vinci. L'uomo, nato l'8 maggio 1943, fu uno dei principali protagonisti della cosiddetta ‘pista sarda'.

Vinci venne accusato da Stefano Mele, marito di una delle prime vittime del Mostro, Barbara Locci, di essere il killer. Fu successivamente scagionato perché, mentre era rinchiuso in carcere, l'assassino seriale uccise altre 4 persone.

Il Mostro di Firenze
Il Mostro di Firenze

Si è tornati a parlare di lui perché i familiari hanno ottenuto la riesumazione della salma e procederanno a un successivo prelievo di Dna. Il nuovo accertamento servirà a capire se sia effettivamente il suo il corpo trovato carbonizzato nel 1993.

Chi è Francesco Vinci, l’uomo accusato di essere il mostro di Firenze

Nato a Villacidro, in provincia di Cagliari, il 18 maggio 1943, Francesco Vinci fu uno degli indagati della cosiddetta ‘pista sarda' (così chiamata perché vide coinvolte solo persone provenienti dalla Sardegna, ndr) sui delitti del Mostro.

Vinci entrò nell'inchiesta in quanto era stato amante di Barbara Locci, la casalinga 32enne uccisa con il siciliano Antonio Lo Bianco nel delitto del 1968 a Castelletti di Signa.

Antonio Lo Bianco e Barbara Locci
Antonio Lo Bianco e Barbara Locci

Si tratta del primo delitto attribuito alla serie del mostro per via della medesima pistola, la Beretta calibro 22. Vinci fu accusato dal marito di Locci, Stefano Mele, a sua volta già condannato, di essere l'autore del duplice omicidio del 1968.

Secondo ciò che si pensava al tempo, Francesco Vinci aveva agito per motivi di gelosia verso Locci, ma la modalità e il fatto che potesse possedere una pistola alimentò sospetti investigativi su di lui anche per altri quattro successivi assassinii di coppie.

Stefano Mele
Stefano Mele

L’arresto per gli omicidi e poi la scarcerazione

Francesco Vinci venne quindi arrestato e incarcerato nel 1982 come sospettato di essere l'autore dei delitti delle coppiette, ma fu poi scagionato e rimesso in libertà dopo i delitti dei ragazzi tedeschi a Giogioli del 1983 e quello di Vicchio nel luglio del 1984, avvenuti proprio mentre lui era in cella.

Nel 1993 Vinci fu trovato assassinato, insieme con un amico, Angelo Vargiu, in una pineta nei pressi di Chianni. I loro corpi, incaprettati, erano stati rinchiusi nel bagagliaio di una Volvo data alle fiamme. Venne però escluso un collegamento con la vicenda del Mostro e l‘inchiesta si chiuse nel 1989 con un nulla di fatto.

La riesumazione del corpo e il nuovo test del dna

Di recente la moglie di Francesco Vinci, Vitalia Melis, e i due figli hanno ottenuto la riesumazione della salma, sepolta nel cimitero di Montelupo Fiorentino. L’obiettivo è quello di cercare di estrapolare il dna dai tessuti per confrontarli con quelli dei familiari.

Il sospetto infatti è che la salma sepolta nel 1993 non sia quella del loro congiunto. "La moglie ha validi motivi di sospettare che Vinci sia ancora vivo", ha affermato il criminologo l’investigatore privato Davide Cannella, procuratore speciale della famiglia.

Il detective non esclude che il dna che sarà estrapolato possa essere valutato anche per altre comparazioni nell’ambito delle indagini sui delitti del Mostro di Firenze, in particolare per quanto riguarda il filone della ‘pista sarda'.

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