Chi era Edda Ciano, la figlia ribelle di Benito Mussolini: “Ho sottomesso l’Italia, ma non lei”
Edda Ciano era la prima dei cinque figli di Benito Mussolini e della moglie Rachele Guidi. Prese il cognome del marito, Gian Galeazzo Ciano, dopo il matrimonio celebrato a Roma il 24 aprile 1930. Dalla loro unione nacquero tre figli.
È una delle figure protagoniste della storia raccontata nella fiction "La lunga notte" in onda su Rai 1 dal 29 al 31 gennaio sulla caduta del Duce: Alessio Boni interpreta Dino Grandi, l'autore dell'ordine del giorno presentato alla riunione del Gran consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943 al termine della quale Mussolini fu messo in minoranza.
Interpretata da Lucrezia Guidone, Edda è divisa tra l'amore per il padre, che l'ha definita indomabile per il suo carattere, e quella per il marito, che vorrebbe prendere il suo posto. Ecco, allora, chi è Edda Ciano.
Chi era Edda Ciano, la figlia ribelle di Benito Mussolini
Nata a Forlì nel 1910, Edda Ciano era la primogenita di Benito Mussolini e della moglie Rachele Guidi. È ricordata come una donna intraprendente e irrequieta. Lei stessa si definiva "un maschiaccio". Il suo temperamento la portò spesso a scontrarsi col padre che una volta disse: "Sono riuscito a sottomettere l'Italia, ma non riuscirò mai a sottomettere mia figlia". Ma è stata anche la figlia prediletta, "luce dei suoi occhi".
Da piccola si ritirò dal collegio di Poggio Imperiale, fu una delle prima donne a portare pantaloni e bikini. Fu inoltre tra le prime donne a guidare auto sportive: famosa resta la sfida avvenuta tra lei e Nuvolari sulla strada del passo del Muraglione, tra Toscana ed Emilia Romagna.
Il matrimonio con Gian Galeazzo Ciano e la nascita dei tre figli
Il 24 aprile 1930 Edda sposò Gian Galeazzo Ciano a Roma. Dalla loro unione nacquero tre figli: il primogenito, Fabrizio (detto Ciccino) nato nel 1931 e morto nel 2008 in Costa Rica, dove viveva da oltre 30 anni, Raimonda (detta Dindina) nata nel 1933 e morta nel 1998, e Marzio (detto Mowgli) nato nel 1937 e morto nel 1974.
Lo stesso Ciano nel frattempo diventa il "delfino" di Mussolini. Sarà prima sottosegretario alla stampa e propaganda e poi ministro degli esteri.
L'ostilità verso il padre per la condanna a morte del marito e poi il perdono
Edda Ciano rimase vedova giovanissima. Il marito Gian Galeazzo morì a soli 41 anni, fucilato a Verona l'11 gennaio 1944 da un plotone d'esecuzione di miliziani della Repubblica sociale italiana sotto la regia di ufficiali tedeschi delle Ss, dopo aver per un decennio condiviso la politica del suocero e poi aver tentato di opporsi all'alleanza con Hitler.
Cosa era successo? Il 25 luglio 1943 venne votato l'ordine del giorno presentato alla riunione del Gran consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943 al termine della quale Benito Mussolini fu messo in minoranza. A quel punto il ricostituito regime fascista repubblicano accusò Gian Galeazzo Ciano di alto tradimento.
Edda condusse una lunga battaglia per salvare il marito, arrivando anche a litigare col padre, che sembrava non essere intenzionato a intervenire nella questione, ma anche con la madre Rachele, tuttavia senza successo. Solo 50 anni dopo, quasi in punto di morte, Edda dichiarò di aver perdonato il padre, mentre della madre dirà: "Lei ha difeso il suo uomo, io ho difeso il mio".
L'esilio a Lipari e il ritorno a Roma
Edda, dopo essere rimasta vedova, chiese asilo alla neutrale Svizzera. Poi, dopo l'uccisione di Benito Mussolini, dietro richiesta del governo italiano, gli svizzeri la fecero uscire dal paese. Venne a quel punto condannata al confino sull'isola di Lipari, poi dopo un anno beneficiò dell'amnistia ideata da Palmiro Togliatti e si ritirò tra Capri e Roma. A Lipari, stando ad alcune lettere, si innamorò di Leonida Buongiorno, comunista e ufficiale durante la guerra nel Primo Battaglione Alpini "Ceva" e partigiano nella Resistenza in Francia.
La morte di Edda Ciano e la tomba a Livorno
Edda Ciano morì a Roma l'8 aprile 1995 a 84 anni a causa di una grave infezione renale per cui era ricoverata da tempo. Fu poi sepolta a Livorno, nel Cimitero della Purificazione, accanto al marito.