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Chi era Alessandro Ghisoni, 32enne morto a Petra: “Ingegnere brillante e persona meravigliosa”

Alessandro Ghisoni, ingegnere piacentino di 32 anni, era in vacanza a Petra, in Giordania, uno dei siti archeologici più noti e visitati del mondo, quando alcuni massi sono caduti e lo hanno colpito uccidendolo. Il giovane era in compagnia della moglie e dei cognati. L’azienda per cui lavorava: “Era un faro per noi”.
A cura di Susanna Picone
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“Un ingegnere brillante e appassionato e stimato da tutto il gruppo nel mondo per il suo talento e la sua umanità”: con queste parole il gruppo Bolzoni, impresa che si occupa della costruzione di carrelli elevatori e altre attrezzature per la logistica, ha voluto ricordare Alessandro Ghisoni, il giovane morto a Petra, in Giordania, durante una vacanza con la moglie e i cognati. "È con profondo dolore che informiamo che il nostro amato collega Alessandro Ghisoni, ingegnere all'interno del team di Progettazione e Innovazione ufficio tecnico, ha avuto un incidente mortale durante una vacanza a Petra con la moglie e i cognati – si legge nel messaggio dell’azienda -. Alessandro era in Bolzoni da otto anni. Era un ingegnere brillante e appassionato e stimato da tutto il gruppo nel mondo per il suo talento e la sua umanità: era davvero un ragazzo straordinario, una persona meravigliosa, un faro per l'azienda. Il gruppo è in stretto contatto con i genitori e la sua famiglia".

Alessandro Ghisoni ucciso dalla caduta accidentale di massi

Alessandro Ghisoni, ingegnere trentaduenne di Piacenza, era in vacanza in uno dei siti archeologici più noti e visitati del mondo quando – secondo quanto ricostruito – alcuni massi sono caduti e lo hanno colpito, non lasciandogli scampo. Il giovane si trovava con la moglie, una nota e apprezzata fotografa di Piacenza, e i cognati. A unire la giovane vittima e sua moglie, che Alessandro aveva sposato solo lo scorso luglio, era anche la grande passione per i viaggi.

Il problema delle inondazioni a Petra

L'esatta dinamica dell'incidente è in corso di ricostruzione da parte delle autorità locali grazie anche all'aiuto delle telecamere di sorveglianza. Secondo quanto ha spiegato il presidente dell'autorità regionale di quella zona Suleiman al-Farajat all'agenzia di stampa giordana, le cause della tragedia vanno ricercate nelle piogge abbondanti che negli ultimi giorni hanno colpito la regione e hanno indebolito il terreno. A suo dire si è trattata di una calamità che avrebbe potuto verificarsi in qualsiasi altro Paese. Il sito archeologico in Giordania da tempo è sotto attenzione a causa del fatto che, pur essendo in una zona desertica, è soggetto a inondazioni. Sono stati creati dei canali di scolo, ma i problemi rimangono.

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