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Chi è il vescovo che ha rifiutato il cardinalato: l’ombra di uno scandalo dietro il “no” a Papa Francesco

L’indonesiano Paskalis Bruno Syukur ha detto di “no” al pontefice, forse per evitare il clamore su condanne di abusi sessuali nella sua diocesi.
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Il vescovo indonesiano Paskalis Bruno Syukur ha rinunciato alla nomina a cardinale da parte del Papa e in Indonesia ci si chiede quali siano i veri motivi della rinuncia. Syukur, indicato da Francesco per il concistoro del 7 dicembre prossimo, ha dichiarato che preferisce continuare “a crescere nel servizio della Chiesa e del popolo di Dio” ma si tratta di una motivazione che non dice nulla e che ha creato scalpore nella chiesa di Indonesia, Paese in cui la maggioranza della popolazione è musulmana.

Nelle ultime ore sono circolate molte voci relative ai motivi della rinuncia, improvvisa e inattesa del sessantottenne Syukur. La principale vuole che Syukur abbia pronunciato il suo “no” per evitare uno scandalo, in quanto, alcuni anni fa, fu implicato in un caso che coinvolgeva un falso monaco, Lukas Lucky Ngalngola, conosciuto come “Fratello Angelo”, condannato nel 2022 a quattordici anni di carcere per aver abusato di minorenni in un orfanotrofio nella diocesi di Bogor.

Il caso era stato sollevato nel 2019 a seguito della denuncia di tre vittime. Nell’occasione, Syukur aveva affermato di essere stato ingannato dal falso monaco, il quale aveva dichiarato di essere incardinato in un ordine religioso filippino, ma era stato comunque accusato di non aver mai verificato se Fratello Angelo fosse veramente un monaco e di non aver vigilato quando l’impostore gli comunicò che avrebbe aperto un orfanotrofio. Dopodichè, non avrebbe preso una posizione netta di condanna contro i casi di abuso nella sua diocesi.

Potrebbe esserci ben altro, però. La nomina di Syukur avrebbe gettato nello scompiglio la conferenza dei vescovi indonesiana, di cui Syukur è il segretario. La nomina avrebbe mandato tutte le furie vescovi più “quotati” di lui, a cominciare dal presidente della conferenza episcopale Antonius Subianto, il cui nome era girato per la nomina negli scorsi mesi, visto che, attualmente, l’Indonesia, uno degli Stati più popolosi del mondo, conta solo due cardinali. Syukur, dunque, avrebbe rinunciato per evitare uno scontro di potere all’interno della Chiesa indonesiana, anche se Subianto ha subito definito “scioccante” la notizia della rinuncia.

Non è il primo caso, durante il pontificato di Francesco, che vede un vescovo rifiutare la berretta cardinalizia. Nel 2022 lo aveva fatto il vescovo emerito di Gand, Luc Van Looy, anch’egli implicato in uno scandalo di abusi, che si era tirato indietro per evitare che i parenti delle vittime “si sentissero colpiti” dalla sua nomina.

È allarmante, però, che ci siano stati due episodi simili in appena due anni ed è segno del fatto che le indicazioni dei cardinali vengono effettuate da Francesco senza che prima sia compiuta una seria istruttoria sui candidati. Molte nomine, infatti, giungono a sorpresa e gli stessi interessati lo scoprono solo dai mass media dopo l’annuncio ufficiale da parte del pontefice. Un metodo che, però, ha più volte creato sconcerto e malumore negli ultimi anni.

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