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Chi è il ragazzo 23enne di origini nobili fermato per l’agguato con il machete a Torino

È Pietro Costanzia di Costigliole, soprannominato “Il Santo”, il ragazzo di origini nobili 23enne fermato ieri dalla polizia di Torino per l’aggressione a colpi di machete avvenuta lunedì a Mirafiori. Sarebbe lui l’autore dell’agguato ai danni di un coetaneo, O.B., a cui i medici hanno dovuto amputare la gamba sinistra per salvargli la vita.
A cura di Davide Falcioni
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Pietro Costanzia di Costigliole
Pietro Costanzia di Costigliole

Ventitré anni, rampollo di una nobile e antica famiglia piemontese le cui origini risalgono al medioevo: è Pietro Costanzia di Costigliole, soprannominato "Il Santo", il giovane fermato ieri dalla polizia di Torino per l'aggressione a colpi di machete avvenuta lunedì a Mirafiori ai danni di un giovane, O.B., a cui i medici hanno dovuto amputare la gamba sinistra per salvargli la vita.

L'indagato, come ricostruisce il Corriere, è uno dei discendenti di una antica famiglia piemontese: negli archivi araldici risultano tracce di Costanzia, signori di Costigliole Saluzzo (Cuneo), già a partire dalla prima metà del 1200. Nato all'inizio dell'estate del 2000, Pietro è figlio di Carlo jr, nato a Rio de Janeiro da un partigiano democristiano, Carlo Costanzia, ufficiale di collegamento del Comitato di Liberazione Nazionale, con il nome di Battaglia di "Tenente Carletto". Carlo jr, a sua volta, ha avuto un primo figlio con un'importante attrice e imprenditrice spagnola, Mar Flores. Il fratello maggiore di Pietro, anche lui chiamato Carlo, risiede in Spagna ed è apparso in una serie Netflix, Toy Boy.

Pietro Costanzia di Costigliole è ora difeso dagli avvocati Paola Pinciaroli e Vittorio Nizza ed ha fermamente respinto ogni accusa avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il 23enne tuttavia non è nuovo alle forze dell'ordine: per un lungo periodo risulta aver vissuto in Spagna, dove ha studiato marketing ed è stato condannato per rapina. Quando ieri è stato individuato e fermato dalla polizia, che lo ha trovato nascosto in un hotel, ha detto detto di essere convinto che lo stessero cercando per eseguire l'ordine di custodia in carcere emesso nei suoi confronti dai magistrati iberici.

L'indiziato è stato prelevato dagli agenti della squadra mobile in un albergo in corso Regina Margherita. A quanto si apprende, sarebbe rimasto due giorni nella stanza dell'hotel utilizzando un documento non suo. La polizia è ora sulle tracce di un complice in fuga.

L'aggressione è avvenuta lunedì sera, quando la vittima stava tornando a casa insieme alla sua compagna a bordo di un monopattino. All’altezza di via Panizza, nel quartiere Mirafiori, è stato avvicinato da due giovani in sella ad uno scooter di grossa cilindrata che l'hanno ripetutamente colpito con un machete alla gamba sinistra, che gli è stata successivamente amputata. La vittima è ancora intubata e ricoverata nel reparto di terapia intensiva, in prognosi riservata. Il movente dell’aggressione sarebbe riconducibile a delle avance non richieste e spregiudicate, una foto osé che la vittima aveva inviato via whatsapp, nei giorni precedenti, alla fidanzata dell’aggressore.

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