Chi è Giovanni Padovani, calciatore 27enne condannato all’ergastolo per il femminicidio della ex compagna
Giovanni Padovani, 27 anni, ex calciatore e modello nato a Senigallia, in provincia di Ancona, è l'uomo ritenuto responsabile dell'omicidio di Alessandra ‘Sandra' Matteuzzi, la 56enne uccisa il 23 agosto 2022, colpita con una mazza e altri oggetti contundenti, in via dell'Arcoveggio, periferia della città, Bologna. L'uomo, arrestato subito dopo il delitto, era già stato denunciato dalla vittima. Il 12 febbraio del 2024 è stato condannato in primo grado all'ergastolo.
Giovanni Padovani è l'ex compagno della vittima. Il giorno dell'omicidio a Bologna le forze dell'ordine sono intervenute alle 21.30, per la segnalazione di una violenta lite: stando alle ricostruzioni, Padovani aspettava la donna sotto casa dalle 19. Alle 21, Sandra, come tutti chiamavano la vittima, è arrivata e gli ha subito urlato di andarsene. Invece lui l'ha aggredita, trascinata sotto al portico del palazzo, dove l'avrebbe finita a colpi di martello.
A dare l'allarme è stato un residente nella stessa palazzina, che ha sentito le urla disperate della donna. La 56enne era a terra quando sono arrivati i soccorsi, presentava una profonda ferita alla testa ed era in stato di incoscienza. Trasportata in ospedale, è morta poco dopo.
Sul posto era presente anche l'aggressore, arrestato per omicidio aggravato su disposizione della Procura.
Chi è Giovanni Padovani, l'omicida di Alessandra Matteuzzi
Giovanni Padovani era ancora in attività e giocava per la Sancataldese, team siciliano che ha pubblicato un messaggio di condanna su Facebook: 2 anni alle giovanili del Napoli nel 2013, periodo in cui aveva militato anche nell’under-17 della Nazionale Italiana, poi in varie squadre di serie D, tra cui il Giarre e il Troina calcio.
Sarebbe arrivato il giorno prima del femminicidio a Bologna in aereo proprio dalla Sicilia e poi sarebbe andato ad attendere la donna sotto casa. Sandra Matteuzzi l'aveva denunciato per stalking ma nei suoi confronti non erano stati ancora adottati provvedimenti restrittivi.
Gli appunti di Padovani prima dell'omicidio
Un perito informatico, incaricato dalla procura, ha visionato lo smartphone dell’uomo, con lo scopo di scoprire i comportamenti ossessivi nei confronti della ex, prima di quel drammatico giorno. Sarebbe emerso che Giovanni Padovani aveva premeditato il suo gesto, lo aveva scritto anche su diverse note nel suo cellulare:
La uccido. Vado in prigione. La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente.
Note e appunti scritti anche un mese prima del femminicidio, a dimostrare ancora una volta che l'atto fosse stato pensato e studiato a lungo.
Cosa ha detto Giovanni Padovani dopo l'omicidio
Adesso che ho ben compreso che Alessandra Matteuzzi è morta, riferisco di essere cosciente che il mio gesto è stato gravissimo e che ne devo pagare le conseguenze, vi chiedo anche di aiutarmi a liberarmi dall'ossessione per Alessandra che tutt'ora mi assale.
Sono queste le parole che Padovani avrebbe pronunciato davanti ai pm della Procura di Bologna.
Nel corso dell'interrogatorio davanti ai pm Lucia Russo, Domenico Ambrosino e Francesca Rago, l'indagato aveva messo a verbale la ricostruzione dei fatti, parlando di "relazione tossica” con “morbosità reciproche”, negando però di essere “un persecutore".
Il processo, i capi di accusa e la sentenza
Giovanni Padovani è stato accusato di omicidio aggravato da premeditazione, futili motivi, legame affettivo e stalking. Attualmente è recluso in un istituto detentivo psichiatrico di Reggio Emilia. Qui l'ex calciatore avrebbe anche tentato di tagliarsi le vene con un coccio affilato. Secondo i referti dei sanitari Padovani ha perso oltre un litro di sangue. Più di cinquanta i punti di sutura necessari.
La sua difesa aveva chiesto una perizia psichiatrica per l'imputato, insistendo sul fatto che l'uomo fosse affetto da una forma di schizofrenia psicotica, che nelle fasi più acute lo esporrebbe a rischi autolesionistici e istinti suicidi.
I periti hanno comunque evidenziato che l'uomo ha “capacità di interlocuzione e di comprensione delle domande, memoria integra, buona capacità di ragionamento”. Per cui poteva partecipare al processo. I risultati definitivi della perizia hanno stabilito che Padovani non è affetto da alcun vizio di mente: era quindi pienamente capace di intendere e volere quando ha ucciso Alessandra.
Il 12 febbraio del 2024 è arrivata per lui la sentenza di primo grado: dopo che lo stesso imputato ha parlato in aula, la Corte di Assise di Bologna ha condannato al massimo della pena l'ex calciatore. La Corte ha riconosciuto tutte le aggravanti richieste dalla Procura a partire dallo stalking, a cui si aggiungono la premeditazione, i motivi abbietti e il vincolo del legame affettivo. In aula era presente la sorella della donna, Stefania, in lacrime dopo la lettura della sentenza.