Chi è Gildo Claps, il fratello maggiore di Elisa: una vita spesa alla ricerca della verità
Da quel lontano 12 settembre 1993, quando sua sorella Elisa scomparve da Potenza, l'oggi 54enne Gildo Claps non ha mai smesso di cercare la verità, una ricerca che ha impegnato praticamente tutta la sua vita.
All'epoca della scomparsa Gildo Claps aveva solo 25 anni. Per tutto questo tempo ha continuato a reclamare giustizia per la sorella, insieme agli altri membri della famiglia, la madre Filomena, il padre Antonio, e l'altro fratello di Elisa, Luciano. Al suo fianco anche la moglie, fidanzata di Gildo anche all'epoca della scomparsa, con cui ha avuto due figli.
Nel 2002 ha fondato l'associazione Penelope, che da allora offre sostegno a tutte le persone che nel nostro Paese si trovano a vivere la sparizione di un parente o amico.
La verità sul caso Claps è arrivata molti anni dopo, il 17 marzo 2010, quando i resti della studentessa, allora 16enne, furono ritrovati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Per l'omicidio della ragazza è stato condannato a 30 anni di carcere Danilo Restivo, che all’epoca ne aveva 21.
Accanto a Gildo e alla famiglia Claps, per sostenerli nella loro lotta c'è sempre stato anche don Marcello Cozzi, sacerdote rappresentante dell'associazione Libera. Fu proprio don Cozzi nel 2011 a pronunciare una dura omelia rivolta a chi per 18 anni non rivelò dove si trovava il corpo di Elisa, incurante degli appelli.
Chi è Gildo Claps, il fratello maggiore di Elisa Claps
Gildo Claps, come già detto, quando la sorella scomparve misteriosamente era un 25enne studente di Legge. E fu tra le ultime persone a vederla ancora viva. Con lui la ragazza avrebbe dovuto raggiungere il resto della famiglia che si trovava nella loro casa in campagna e che aspettava i due giovani entro l'ora di pranzo.
Poco prima della partenza, però, Elisa disse Gildo che sarebbe andata a Messa insieme a un'amica. In realtà, nelle ore precedenti la scomparsa si sarebbe incontrata di nascosto con Danilo Restivo che le aveva promesso un regalo per festeggiare la promozione e che quel giorno l'avrebbe uccisa. A raccontarlo fu proprio l'amica di Elisa che fece scattare l'allarme dopo il mancato rientro a casa della ragazza.
Il giovane Guido allertò il resto della famiglia, decise di contattare la polizia per denunciare la scomparsa della sorella e la cercò in tutta la città. Fu anche il primo a telefonare a casa Restivo per parlare con quel ragazzo che anche in altre occasioni aveva manifestato un interesse morboso nei confronti della 16enne e che l'aveva vista per l'ultima volta.
La vita privata di Gildo Claps: l’appoggio della moglie e l’amore per i due figli
Della vita privata di Gildo Claps si sa molto poco. È sposato con la donna con cui era fidanzato anche all'epoca della scomparsa di Elisa e con lei ha due figli. Il 54enne in passato ha raccontato che per un periodo i due si erano lasciati visto che lui non voleva trascinarla nella sua "lotta" ma che alla fine avevano deciso di tornare insieme.
Della donna si sa poco, nella fiction Rai Per Elisa, in onda sul primo canale da 24 ottobre, è interpretata dall'attrice Rosa Diletta Rossi che l'ha descritta così: “Una donna che è rimasta sempre molto silenziosa e discreta, molto rispettosa degli affari della famiglia Claps. Eppure, in lei c’è una forza, una delicatezza, una grazia, un’intelligenza davvero straordinarie. È una protagonista di questa storia tanto quanto lo sono gli altri. Ha seguito Gildo e la famiglia Claps in ogni passaggio di questa tristissima vicenda".
Cos'è l’associazione Penelope fondata da Gildo e di cosa si occupa
Penelope nasce nel 2002 dall'idea di Gildo di aiutare "tutte le persone che si ritrovano catapultate nel limbo della scomparsa di un proprio parente o amico", come si legge sul sito dell'associazione, che fornisce loro sostegno di tipo legale, psicologico e umano. L'organizzazione cerca anche di fare da tramite, promuovendo diverse iniziative, tra le istituzioni, gli organi di stampa e i media, e le famiglie degli scomparsi, per dare loro voce e attivare gli organi competenti.
Il legame tra Gildo, la mamma, il fratello Luciano e il padre Antonio
La famiglia Claps venne travolta dalla scomparsa di Elisa ma fino al giorno del ritrovamento del corpo della ragazza non si diede mai per vinta e si impegnò con ogni mezzo per ottenere giustizia. La ragazza veniva da una famiglia semplice e assolutamente normale: la madre Filomena, era un'impiegata mentre il padre Antonio era un commerciante. Aveva due fratelli più grandi, Ermenegildo, detto appunto "Gildo", e Luciano.
I cinque erano legatissimi fra loro e la scomparsa della figlia più piccola, sempre descritta come una bravissima ragazza, disponibile e affettuosa, fu un vero e proprio terremoto. Di fronte alla tragedia, Filomena Claps tira fuori una forza indescrivibile e intraprende una battaglia incessante, sempre affiancata da Gildo che la segue in ogni occasione e che come lei chiede a gran voce di conoscere la verità.
L'altra metà della famiglia, invece, come ha raccontato il giornalista Pablo Trincia nel podcast Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps, si chiude nel proprio dolore: "La famiglia Claps si divide in due mondi diversi. Quello di Filomena e Gildo: entrambi agguerriti, vanno in tv a parlare del caso, non mollano. E poi quello di papà Antonio e dell'altro figlio Luciano: restano nell'ombra, dietro le quinte. Non hanno forze per reagire", racconta Trincia.
Filomena oggi ha 86 anni e in occasione della recente riapertura al culto della chiesa dove è stato trovato il corpo della figlia, avvenuta lo scorso 24 agosto, è tornata a chiedere che paghino anche le persone che nel 1993 e negli anni successivi fecero di tutto per ostacolare le indagini. Il padre Antonio, molto amato dalla sua unica figlia femmina, è morto nel 2014.
La vita di Gildo Claps oggi
Come la madre Gildo prosegue la sua battaglia per ottenere giustizia per Elisa. In un'intervista a Fanpage.it anche lui ha commentato la riapertura della Santissima Trinità.
"Davvero folle farlo in questo momento, come dobbiamo prenderla? Come una provocazione? Come un affronto? La mia famiglia si è sempre detta disponibile ad assicurare la propria neutralità rispetto alla riapertura della chiesa della Santissima Trinità, a patto che la Chiesa si assumesse, mediante un'unica dichiarazione, le proprie responsabilità sia per i ritardi del ritrovamento e sia per quello che è accaduto all'alba e nelle settimane successive", ha detto il 54enne.
"Negare questo passaggio vuol dire andare a inficiare quella battaglia per la verità e la giustizia che la nostra famiglia ha portato avanti per 30 anni. Che sia la città a dimostrare che non si accontenta di una verità parziale, il primo modo per dimostrarlo è non entrare in quella chiesa".