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Che cosa chiedono i lavoratori del porto di Trieste che minacciano lo sciopero contro il green pass

Il Coordinamento dei Lavoratori Portuali di Trieste ha annunciato ieri uno sciopero a parti dal 15 ottobre per dire “no” al green pass obbligatorio sul lavoro. “Non scenderemo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo del green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori”.
A cura di Davide Falcioni
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"Il giorno 15 ottobre ci sarà il blocco delle operazioni all'interno dei porti di Trieste e Monfalcone". Inizia così una nota redatta ieri pomeriggio dal Coordinamento dei Lavoratori Portuali di Trieste, protagonista da giorni di un braccio di ferro con l'Autorità dello scalo friulano e la prefettura non solo affinché i tamponi venissero forniti gratuitamente, ma anche perché venga del tutto abrogato l'obbligo di esibire la certificazione verde per recarsi al lavoro, che entrerà in vigore a partire da venerdì. Il "no" al green pass è arrivato al termine di una lunga e complessa mediazione realizzata da Zeno D'Agostino, presidente dell'Autorità Portuale triestina, che dopo un serrato dialogo con la prefettura era riuscito ad ottenere quello che i lavoratori e le lavoratrici chiedevano da mesi: tamponi del tutto gratuiti per ottenere il green pass.

La circolare del Ministero: tamponi gratuiti (se pagano le imprese)

In una circolare emanata ieri mattina dal Ministero dell'Interno – infatti – si poteva leggere che "è stata condivisa l’esigenza di procedere, con il coinvolgimento della rete prefettizia, a un immediato monitoraggio dei dipendenti effettivamente sprovvisti della certificazione, interessando i datori di lavoro tramite l’Autorità di Sistema Portuale per disporre un quadro valutativo sulla possibile incidenza di eventuali defezioni dovute alla mancanza di green pass tanto da rischiare di compromettere l’operatività degli scali". Nella circolare veniva quindi affrontato il tema della gratuità dei tamponi antigenici molecolari: "Nel corso della suddetta riunione – scriveva il ministero – si è raccomandato di sollecitare le stesse imprese perché valutino di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari antigenici o rapidi gratuiti". Insomma, tutti i lavoratori portuali degli scali italiani potrebbero usufruire di un tampone gratuito, il cui costo fino al 31 dicembre ricadrebbe esclusivamente sulle aziende che volessero farsene carico. L'apertura del governo è arrivata per il timore che l'astensione dal lavoro di molti portuali possa causare una paralisi degli approvvigionamenti di merce in tutta Italia, ma va sottolineato che non è ancora arrivata una disponibilità delle imprese a sobbarcarsi il costo dei test.

Il no dei portuali di Trieste: "Si cancelli il green pass"

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La decisione del governo di invitare le aziende a fornire test gratuiti ai lavoratori portuali italiani potrebbe costituire una sorta di "precedente", quasi un banco di prova in vista di un’eventuale estensione dei tamponi gratuiti anche ad altri settori. Una nota inviata ieri dal Coordinamento dei Lavoratori Portuali di Trieste rischia però di far deragliare la trattativa: "Ribadiamo con forza e vogliamo che sia chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l'obbligo del green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori". Intervistato da Fanpage.it Sandi Volk, portavoce dei portuali triestini apre però uno spiraglio: "Siamo contrari al green pass, crediamo che non abbia senso e che metta in grave difficoltà sia i lavoratori che le imprese, oltre alle farmacie che devono eseguire i test. Detto ciò, noi non abbiamo ancora ricevuto una disponibilità delle aziende a sobbarcarsi i costi dei tamponi; solo una ha dichiarato che li rimborserà, ma ci lavorano appena 200 operai. Se arriverà una disponibilità anche da altre ditte siamo pronti a discutere". Secondo Volk, comunque, ci sono pochi dubbi rispetto al fato che il 15 ottobre il porto di Trieste – stanti le regole attualmente vigenti – sarà bloccato: "Con l'obbligo del green pass non potranno accedervi non solo i lavoratori, ma anche i trasportatori: molti sono turchi, croati, romeni, provengono da paesi nei quali non esiste il ‘certificato verde'. Anche loro verranno tenuti fuori dall'area del porto?".

I portuali di Genova: "Vogliamo test gratuiti"

La posizione intransigente dei lavoratori del porto di Trieste non sembra essere però condivisa dai colleghi di Genova: se infatti i primi chiedono l'abrogazione totale dell'obbligo di green pass, i secondi sono di diverso avviso e non chiedono l'abrogazione del provvedimento, bensì ma che i costi dei test ricadano sulle aziende. Per questo è stato convocato per domani un presidio all'ingresso del porto: "Dal 15 ottobre – recita una nota del sindacato USB – il Governo Draghi imporrà l'obbligo di green pass per tutte le categorie del pubblico e del privato. Ribadiamo con forza che si tratta di uno strumento discriminatorio sui luoghi di lavoro. Tutto il contrario della vera sicurezza. Se il Governo vuole combattere la pandemia ed evitare il ripetersi dei contagi deve fare altro. Oggi per accedere al green-pass è necessario il vaccino o un tampone ripetuto a distanza di pochissimo tempo. Come lavoratori ci rifiutiamo di dividere la nostra categoria in base a chi si vaccina o meno. Per noi i lavoratori vanno difesi sempre, contro chi li sfrutta. Per la prima volta, chi deve andare a lavorare e volesse fare un tampone si trova costretto a pagare. Questo non è accettabile. I tamponi salivari molecolari devono essere gratuiti per tutti lavoratori, di ogni categoria. La spesa deve essere a carico delle aziende che con il nostro lavoro fanno profitti".

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