Che cos’è il Mercoledì delle Ceneri, che precede l’inizio della Quaresima
Finito il Carnevale, con la celebrazione del Martedì Grasso, si entra nel periodo di Quaresima, con il Mercoledì delle Ceneri. Mentre prima si poteva mangiare “di grasso” ora è d’obbligo il mangiare “di magro”, astenersi dalle carni, fare penitenza, in vista della morte di Gesù Cristo, che avverrà il Venerdì Santo, due giorni prima della Pasqua di Resurrezione. D’altronde, la parola “carnevale” deriva dal latino “carnem levare”, indicando l’ultimo giorno in cui era consentito ai cristiani mangiare carne.
Il Mercoledì delle Ceneri, dunque, i cattolici sono chiamati a digiungare, pregare, fare penitenza. Il momento clou della giornata è la partecipazione ad una celebrazione religiosa comunitaria, durante la quale il capo viene asperso dal sacerdote con della cenere: si tratta di quanto resta delle palme avanzate la Domenica delle Palme dell’anno precedente, appositamente bruciate. La cenere ha un forte significato simbolico, richiamato più volte dalla Bibbia. Innanzitutto, la cenere ricorda che tutto, nel mondo, è destinato ad essere distrutto, a scomparire, mentre Dio è eterno. “Uomo, ricorda che sei polvere e polvere ritornerai” diceva, fino a qualche decennio fa, il sacerdote nel momento in cui segnava con la croce la fronte del fedele. Questa formula è stata sostituita, con il Concilio Vaticano II, con la meno macabra “Convertitevi e credete al Vangelo”. Nella Bibbia sono, inoltre, presenti i racconti di personaggi o di intere popolazioni che, per chiedere la misericordia di Jahvè, si cospargono il capo di cenere oltre a compiere altri gesti di sottomissione. Nel Vangelo, invece, è Gesù stesso a digiunare quando si ritirò nel deserto a pregare per quaranta giorni e quaranta notti e lì venne tentato per tre volte da Satana.
Tutte le persone sane e adulte sono chiamate a saltare almeno un pasto principale, non mangiando carni di qualsiasi genere e cibi pregiati. Si può decidere anche di rinunciare, come segno penitenziale, a cose che si ama, come guardare la televisione, giocare al computer, bere alcolici e così via: si tratta di quelli che, una volta, venivano chiamati “fioretti di Quaresima”, soprattutto dai più piccoli. Sono esonerati dal digiuno persone malate, anziane, donne in gravidanza o che stiano allattando e bambini. Il digiuno deve essere accompagnato dalle preghiere e, magari, da gesti di solidarietà verso altre persone. Vale la pena ricordare che il digiuno come segno di penitenza è un elemento presente anche nelle altre grandi religioni monoteiste: basti ricordare che gli islamici celebrano il Ramadan, mentre gli ebrei il Kippur.