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Cetrioli con tracce di pesticidi: evitare quelli provenienti dall’Egitto

In alcuni campioni di cetrioli analizzati sono state trovate tracce di procimidone, un potente pesticida.
A cura di D. F.
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La fotografia annuale del Censis fa riferimento alle tre “r” della crisi italiana: risparmio, rinuncio e rinvio, che scandiscono i comportamenti delle famiglie. Gli italiani cambiano abitudini, vendono gioielli per pagare le bollette mentre tornano a usare le bici e a coltivare l’orto.

Che ingerire prodotti coltivati con l'ausilio di pesticidi non sia consigliabile è cosa nota a tutti: per questo se, recandovi al supermercato, vi imbattete in confezioni di cetrioli provenienti dall'Egitto è decisamente meglio che le lasciate dove sono. In diversi campioni dell'ortaggio analizzati lo scorso 24 febbraio, infatti, sono state riscontrate tracce di procimidone, un insetticida proibito nell’UE. Prodotto dalla ditta giapponese Sumitomo, potrebbe aumentare il rischio di contrarre tumori ma nonostante ciò viene usato in Europa come anti-muffa. Negli Stati Uniti, invece, è stato messo da tempo sotto accusa per il timore che danneggi l’ apparato riproduttivo dell’ uomo.

La segnalazione è stata resa nota il 9 marzo dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) ed inviata al Ministero della salute italiano. "È l’amaro prezzo del mercato globale – commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” – che ci offre tutti i prodotti possibili e desiderabili, ma rende sempre più difficili i controlli sulla loro qualità.  Per il solo fatto che arrivino alla nostra frontiera ancora prodotti alimentari messi in commercio sul mercato unico che presentano quantità di pesticidi oltre i limiti o proibiti dalla legge deve far riflettere perché evidentemente gli sforzi fatti a partire dalla tracciabilità dei beni non sono ancora serviti, mentre tanti altri devono essere fatti per obbligare l’UE ad abbassare ulteriormente le soglie legali sulle dosi di prodotti e sostanze chimiche. Fino a che le competenti autorità europee non saranno in grado di proteggerci da agricoltori e venditori scorretti, l’unica cosa sensata è aprire bene gli occhi quando si va a fare la spesa e leggere sempre la provenienza di frutta e verdura indicata  sull’etichetta. In questo periodo dell’anno resta peraltro sconsigliato l’acquisto di peperoni, pomodori e cetrioli di origine spagnola, turca o africana. Per chi non sa o non vuole rinunciare a mangiare ortaggi estivi anche d’inverno, è opportuno rifornirsi almeno nei negozi biologici. L’alternativa più sicura resta comunque il consumo di prodotti locali di stagione come cavoli, sedano rapa,porro e carote".

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