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Cervelli in fuga. C’è chi torna: “Sono tornato da Londra per valorizzare i tesori di Napoli”

La fuga dei cervelli in Italia. E il loro ritorno, da Londra a Napoli. In questo video estratto esclusivo dal documentario “La strada di casa” le storie dei giovani talenti che tornano in Italia.
A cura di Michele Azzu
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Dal documentario: "La strada di casa"
Dal documentario: "La strada di casa"

“Secondo l’Aire sono 4.216.041 gli italiani residenti all’estero. Ogni anno oltre 14.000 laureati lasciano l’Italia”. Inizia con questi numeri il documentario “La strada di casa” di Goffredo D’Onofrio e Carolina Lucchesini, che è stato scelto di recente tra i finalisti del Festival “Lavori in Corto” a Torino.

La strada di casa racconta un fenomeno tutto italiano: la fuga dei cervelli. Anzi, no. Il loro ritorno. Perché Paolo, Serena e Vincenzo dall’estero hanno deciso di tornare qui per cambiare qualcosa. Da Londra, da Stoccolma, da Losanna rispettivamente sono tornati a Napoli e Torino.

"Quanto costa all'Italia la fuga dei cervelli?". A questa domanda ha voluto rispondere l'ultimo rapporto di Page Personnel, una delle principali agenzie europee di selezione di impiegati e giovani professionisti. Secondo il rapporto le imprese italiane perderebbero almeno 40mila euro per ogni giovane che va via, dopo due o tre anni di esperienza in azienda.

Per fortuna c’è chi ritorna, come le storie documentate nel bel documentario di cui gli autori hanno gentilmente concesso a Fanpage.it questo estratto esclusivo su Vincenzo, il ragazzo che da Londra torna al suo Rione Sanità a Napoli. Per lavorare alla cooperativa La Paranza, che gestisce il turismo nelle catacombe di San Gennaro. Una storia di rientro, una storia di speranza.

Credere nel sogno ripaga sempre”, dice Vincenzo. “Soprattutto bisogna fare rete fra le esperienze positive”, conclude. E allora speriamo che Goffredo D’Onofrio e Carolina Lucchesini – che per realizzare la “Strada di casa” si sono autofinanziati – possano continuare nel loro progetto di raccontare queste storie con un altro documentario, come da loro annunciato.

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Michele Azzu è un giornalista freelance che si occupa principalmente di lavoro, società e cultura. Scrive per L'Espresso e Fanpage.it. Ha collaborato per il Guardian. Nel 2010 ha fondato, assieme a Marco Nurra, il sito L'isola dei cassintegrati di cui è direttore. Nel 2011 ha vinto il premio di Google "Eretici Digitali" al Festival Internazionale del Giornalismo, nel 2012 il "Premio dello Zuccherificio" per il giornalismo d'inchiesta. Ha pubblicato Asinara Revolution (Bompiani, 2011), scritto insieme a Marco Nurra.
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