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Certificati “truffa”, coinvolti 552 Comuni italiani

Centinaia di locali commerciali sono stati chiusi perché coinvolti nell’indagine dei “certificati truffa”. Gestiti per lo più da immigrati, i commercianti avevano acquistato, per guadagnare tempo, certificati per il commercio falsi da un’organizzazione di commercialisti veneti.
A cura di Federica Rondini
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contratti truffa

Bar, pizzerie e ristoranti. Locali aperti nei centri e nelle periferie delle grandi città italiane, gestite per lo più da immigrati,con lo scopo di truffare tutti con dei falsi certificati di commercio. Nel Veneto sono circa 216 le amministrazioni municipali precipitate nella trappola. La Guardia di Finanza di Padova, che ha scoperto il maxi-raggiro, ha già chiuso 200 attività, denunciando 1.600 persone. Un’operazione velocissima che vede implicate 18 regioni italiane e altri 2.000 esercizi commerciali ancora sotto l’ attenta sorveglianza dei finanzieri.

Ad aiutare la nascita dei negozi “tarocchi” sono stati cinque studi di commercialisti, tutti in Veneto, e numerosi «caporali», soprattutto asiatici, incaricati di raccogliere le adesioni all'illecito commercio di attestati e cercare nuovi clienti. Una carriera proficua, la loro, stroncata dal peso dell’illegalità. Dovranno rispondere di innumerevoli reati, dal favoreggiamento all'immigrazione clandestina (il Rec serve per lavorare, e consente di avere il permesso di soggiorno), dalla frode fiscale al falso in atto pubblico.

Per conseguire il Rec, necessario per somministrare pasti e bevande, bisogna necessariamente frequentare un corso professionale di 120 ore. Ma per guadagnare tempo, il commerciante poteva rivolgersi all’organizzazione, sborsando somme fino a 1.800 euro, per avere il certificato senza seguire il corso. Un commercio della truffa che aveva portato, già l’anno scorso, le Fiamme Gialle e la magistratura padovana ad indagare e successivamente a smascherare un giro di immigrazione clandestina e frodi fiscali gestite da professionisti veneti ed asiatici. Ma la la pratica dei certificati e i libretti illeciti per il commercio si era ormai diffusa su tutto il territorio nazionale.

Il mercato dei falsi attestati è uno dei mercati più in voga in ambito di truffa. Qualche mese fa in Campania c'è stato un caso di truffa al servizio sanitario nazionale. Sono finiti in manette funzionari e impiegati delle Asl, rei di aver “sponsorizzato” false certificazioni del settore alimentare, da ritirare solo in particolari centri di formazione professionale, consenzienti. Una gara, tutta italiana, a chi truffa di più.

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