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Cerca lavoro mentre è incinta, un ristoratore la assume: “Ero al terzo mese, nessuna pressione”

Antonella, 32 anni, ha raccontato a Fanpage.it la sua storia che ha avuto un lieto fine. “Dopo un’esperienza con un contratto di tirocinio, ho dovuto cercare un altro lavoro mentre ero incinta. Il nuovo datore di lavoro mi ha assunta al terzo mese e non mi ha fatto alcuna pressione. È assurdo che la maternità spesso sia vista come una cosa negativa”, ha detto la 32enne.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio.
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"Penso che il mio caso sia molto raro perché trovare datori di lavoro così disponibili è una cosa veramente, veramente poco diffusa, soprattutto qui al Sud".

A parlare è Antonella, una donna di 32 anni, intervistata da Fanpage.it, che ha accettato di raccontare la sua storia di madre lavoratrice che, diversamente da quelle che abbiamo pubblicato nei mesi scorsi, ha avuto un epilogo positivo.

"L'anno scorso ero cameriera in un bistrot (Antonella lavora nel settore della ristorazione da 15 anni, ndr) con un contratto di tirocinio che non mi tutelava in nulla. Quindi, quando ho scoperto di essere rimasta incinta, mi sono consultata con il mio consulente del lavoro e ho chiesto se fosse possibile fare modifiche al contratto. La risposta è stata negativa, ero quasi al quarto mese", ha ricordato la 32enne che si è dovuta rimettere in gioco e cercare un altro impiego.

"Mi sono rivolta a questa pizzeria gestita da una persona davvero squisita, dove lavorava già il mio compagno. Ho fatto un colloquio, durante il quale ho spiegato che ero incinta e che avrei potuto lavorare fino a settembre perché poi non sarei più riuscita".

"Il mio datore di lavoro mi ha detto di non preoccuparmi e inizialmente mi ha proposto un contratto a tempo determinato di un mese, per vedere se ce l'avessi fatta o meno. Poi ho avuto un rinnovo fino a fine agosto, così che potessi prendere anche la Naspi perché, purtroppo, a causa del precedente contratto di tirocinio prima, non avevo maturato la maternità. Ora mi stanno aspettando, tornerò a lavorare il 18 febbraio".

Antonella ricorda che non le sono state fatte pressioni di alcun genere. "Quando mi sono accorta di essere diventata un po' ‘ingombrante', ho chiesto di poter rimanere a casa. Lui mi avrebbe rinnovata anche oltre ma sono stata io a dire che non sapevo se sarei riuscita a completare il mese in più".

"Sono stata fortunata e penso alle donne che perdono il lavoro quando scoprono di essere incinte. È assurdo pensare che questa cosa venga vista come una cosa negativa. Purtroppo, le mamme oggi sono rare perché c'è questa generazione che i figli non li vuole più. Adesso però la situazione è diversa, parliamoci chiaro, anni fa con uno stipendio in casa si stava abbastanza bene. Ora le famiglie monoreddito non riescono ad andare avanti, la vita è diventata troppo cara, soprattutto con dei figli", ha commentato la 32enne.

"Io non ho allattato e tra latte in polvere, pannolini, visite, vitamine sono andati via davvero tanti soldi. Infatti non so proprio come fanno quelle ragazze che sono costrette a stare a casa e che non riescono a trovare un impiego", ha aggiunto.

Tra un lavoro e l'altro, Antonella ricorda di aver mandato alcuni curriculum, dicendo che era incinta e ricevendo risposte negative: "Una persona mi disse proprio che non voleva prendersi la responsabilità di darmi il lavoro, visto che era una mansione complicata e che aveva bisogno di una persona per tutta l'estate. Io avevo comunque garantito che non sarei mancata, anche perché la mia gravidanza è andata benissimo, non ho avuto nessun problema".

"Secondo me, è un problema che ha più fattori. – prosegue ancora –  Sicuramente è una questione di sensibilità personale. Per esempio, il datore di lavoro che ho adesso è un uomo, mentre la precedente era una donna. Però capisco anche gli imprenditori che sono spaventati di perdere una persona e che non ricevono abbastanza aiuti dallo Stato".

"Tra sei giorni dovrei tornare a lavorare, finalmente! E con la bambina ho già pensato a come organizzarmi. Io e il mio compagno lavoriamo la sera o nel weekend, abbiamo i genitori giovani che possono aiutarci e ho pensato anche di prendere una babysitter nelle ore serali, quando sarò in turno. – conclude – Mi fa davvero piacere raccontare questa esperienza positiva, visto che ce ne sono tante davvero negative".

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