Centinaia di persone a Torino per Ramy ElgamI, scontri con forze dell’ordine e lancio di bombe carta
Più di 500 persone nella serata di ieri, giovedì 9 gennaio, hanno raggiunto Porta Palazzo a Torino per il corteo in memoria di Ramy Elgaml, il 19enne morto il 24 novembre a Milano dopo un inseguimento dei carabinieri. Il giovane del quartiere Corvetto di Milano era stato ricordato nelle manifestazioni studentesche degli scorsi mesi, ma nella serata di ieri il corteo è stato dedicato unicamente a lui dopo la pubblicazione di alcuni video che raccontano l'inseguimento delle forze dell'ordine ai danni dei del 19enne e dell'amico.
Durante la manifestazione sono stati utilizzati in piazza Carlo Emanuele II alcuni lacrimogeni da parte delle forze dell'ordine per disperdere coloro che hanno cercato di raggiungere la caserma dei carabinieri Bergia per il lancio di bombe carta, petardi, fumogeni e bottiglie contro i militari. Il corteo si è concluso in piazza Vittorio Veneto, ma prima ha attraversato via Po. In piazza i manifestanti hanno annunciato "nuove iniziative di lotta" per chiedere giustizia per il 19enne morto in seguito alla caduta dal motorino.
"Quanto è accaduto è intollerabile e la violenza deve essere condannata, non ha nulla a che vedere con il diritto di manifestare pacificamente – ha scritto in una nota il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo -. Confidiamo che venga fatta chiarezza sulla morte del giovane Ramy. Piena solidarietà e vicinanza vanno al personale delle forze dell'ordine coinvolte negli scontri con i manifestanti".
"Chi assalta un commissariato di polizia o attacca un carabiniere è un criminale, non ci sono altri termini per definire chi si rende protagonista di violenza nei confronti degli uomini e delle donne delle forze dell'ordine. Le istituzioni e la politica si schierino compatte e senza esitazione dalla parte di chi indossa una divisa – ha dichiarato in una nota Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte, in riferimento al lancio di bombe carta e oggetti contro il commissariato Dora Vanchiglia di Torino da parte di un gruppo di autonomi -. A loro, sempre più bersagli di odio e rabbia, va la mia gratitudine per il lavoro svolto e la solidarietà per questi ignobili attacchi. Sono e sarò sempre, senza se e senza ma, dalla parte delle forze dell'ordine".