Cecilia Sala, cosa è successo alla giornalista: dall’arresto in Iran alla liberazione e il rientro in Italia
La giornalista Cecilia Sala torna a casa: la 29enne italiana è stata liberata dopo 20 giorni di reclusione in un carcere dell'Iran. Arrestata a Teheran il 19 dicembre scorso "per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell'Iran", la notizia viene diffusa dalla Farnesina solo il 27 dicembre.
La reporter era detenuta nel carcere di Evin, dove sono tenuti prigionieri i dissidenti, in condizioni durissime: dormiva per terra in una cella e le comunicazioni esterne erano limitate.
Il fermo della Sala è avvenuto poco dopo quello di Mohammad Abedini, ingegnere iraniano fermato a Malpensa su mandato degli USA per fornire componenti per droni all'Iran. Una coincidenza che ha suscitato ipotesi su un possibile legame tra i due arresti.
L'Italia si è speso sin da subito per la sua liberazione. Anche il presidente Mattarella nel discorso di fine anno ha parlato di Cecilia Sala: "Torni al più presto". E il suo arresto è stato anche al centro della missione lampo di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, in Florida, dove la premier ha incontrato Donald Trump.
La liberazione è arrivata nella giornata di mercoledì 8 gennaio, dopo circa tre settimane.
La notizia dell'arresto di Cecilia Sala in Iran il 27 dicembre
Cecilia Sala, 29 anni, è giornalista per Chora Media e il Foglio. È conosciuta per la sua capacità di raccontare eventi complessi con profondità e chiarezza, spaziando dalla crisi in Venezuela alle proteste in Cile, dalla caduta di Kabul alla guerra in Ucraina.
Il 19 dicembre è stata arrestata a Teheran, dove si trovava con un visto giornalistico. Anche questa volta, la sua permanenza nella capitale iraniana era legata a motivi professionali, tra cui la realizzazione di interviste e alcune puntate del podcast Stories.
La notizia del suo arresto è stata resa pubblica il 27 dicembre tramite un comunicato del Ministero degli Esteri. Subito, Palazzo Chigi e la Farnesina hanno assicurato il massimo impegno per arrivare alla sua liberazione.
Perché Cecilia Sala è stata arrestata: le motivazioni di Teheran
Le autorità iraniane hanno spiegato che Sala è accusata di aver "violato le leggi della Repubblica islamica", senza però fornire ulteriori dettagli su queste presunte violazioni.
Il direttore di Chora Media, Mario Calabresi, ha parlato del suo viaggio in Iran (“a cui lei teneva molto”). Era da tempo che la 29enne aveva richiesto il visto e voleva rivedere le sue amiche iraniane – spiegando che il fatto che le avessero concesso un visto di otto giorni, anche con la possibilità di estenderlo, l'aveva molto tranquillizzata.
In tutte queste tre settimane il governo locale non ha mai formalizzato accuse precise contro la giornalista.
La telefonata di Cecilia Sala dal carcere in Iran
Nel giorno di Capodanno, Cecilia è riuscita a chiamare casa, e la famiglia ha comunicato le condizioni della sua detenzione: "è ancora in isolamento e dorme sul pavimento". La ragazza ha spiegato che i carcerieri le hanno "tolto anche gli occhiali da vista".
Nei pochi di minuti di conversazione coi genitori e col compagno, il collega del Post, Daniele Raineri, ha chiesto ancora una volta di "fare presto" per trovare una soluzione che le permettesse di essere rimessa in libertà e di tornare in Italia.
A quel punto la Farnesina ha convocato l'ambasciatore iraniano a Roma. Il 2 gennaio, la Meloni ha organizzato un vertice a Palazzo Chigi e incontrato la madre della giornalista, mentre la famiglia chiede il silenzio stampa.
Il ruolo degli Stati Uniti e di Abedini nel caso di Cecilia Sala
Il caso della giornalista è stato subito collegato dalla stampa italiana a quello di Mohammad Abedini Najafabadi, un cittadino iraniano arrestato il 16 dicembre – dunque tre giorni prima dell’arresto di Sala a Teheran – all’aeroporto di Malpensa dalla Digos su richiesta degli Stati Uniti, che ne chiedevano l'estradizione.
Abedini è accusato di aver traffico di componenti per droni a favore dei Guardiani della Rivoluzione. A Fanpage.it il suo avvocato ha spiegato che "si oppone all'estradizione perché negli USA rischia l'ergastolo". Attualmente in carcere (la procura si oppone alla richiesta di domiciliari) il 15 gennaio la Corte d’appello di Milano esaminerà la richiesta dei suoi legali di arresti domiciliari.
Teheran ha chiesto poi il rilascio di Abedini e invitato l'Italia a "respingere la politica statunitense di presa di ostaggi", pur negando ogni collegamento tra i due casi.
Oltre all'Italia, anche gli stessi USA si sono battuti per la liberazione della nostra connazionale. "Il suo arresto è ingiustificato, così come quello di tutti cittadini stranieri arrestati in Iran" dice un portavoce del Dipartimento di Stato a La Repubblica.
Le trattative del governo italiano per il rilascio della giornalista
Già nei primi giorni, il governo italiano ha avviato contatti con le autorità iraniane. Durante la sua prigionia, la 29enne riceve una sola visita, quella dell'ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei.
Visita che segna l'inizio di un impegno continuo da parte dell'Italia, che si attiva su più fronti per ottenere la liberazione della giornalista, detenuta in un carcere dove torture fisiche e psicologiche, oltre ad abusi, sono all'ordine del giorno.
Il caso acquisisce rilevanza internazionale con il viaggio di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago per incontrare il presidente eletto Donald Trump. Secondo fonti vicine alla vicenda sarebbe stato proprio il caso di Cecilia Sala a spingere per la visita lampo in Florida.
Da quel momento in poi, la trattativa tra Italia e Iran, e indirettamente con gli Stati Uniti, è diventata più fluida, portando infine all'esito positivo di oggi.
Negli ultimi giorni si è infatti osservato un cambiamento di atteggiamento da parte del governo di Teheran, mentre, secondo la stampa italiana, le condizioni di detenzione di Sala sarebbero migliorate, e pare che non fosse più in isolamento.
Sempre l'Iran afferma inoltre che l’arresto di Sala non sarebbe una ritorsione per Abedini.
La liberazione di Cecilia Sala e il rientro in Italia
Mercoledì 8 dicembre Cecilia Sala è stata liberata. Nel primo pomeriggio è arrivata a Roma dove ad accoglierla ha trovato la premier Giorgia Meloni. Una volta giunta all'aeroporto di Ciampino, è stata ascoltata dai carabinieri del Ros.
"Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia", ha scritto in un nota la Presidenza del Consiglio dei ministri.
"Cecilia è libera. Un gran lavoro italiano. Grazie a tutti". Così su Instagram il compagno Daniele Raineri. "Avevo un forte sentore che stesse per tornare" ha detto invece Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia, al podcast ‘Stories' di Chora Media,
"Ringrazio il governo e quelli che mi hanno tirato fuori", le prime parole di Cecilia al suo ritorno a casa.