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C’è più di un’aggressione al giorno al personale ferroviario: la denuncia dei sindacati

L’aggressione al capotreno Rosario Ventura, accoltellato a Genova da due viaggiatori senza biglietto, ha portato la categoria a uno sciopero di 8 ore con treni fermi in tutta Italia. Il Segretario di Uiltrasporti Roberto Napoleoni: “Una media di 300 aggressioni all’anno, almeno una al giorno. In pochi denunciano”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Almeno 300 aggressioni all'anno per un equivalente di una al giorno: sono questi i numeri relativi alle violenze ai danni del personale ferroviario denunciati dal Segretario del sindacato Uiltrasporti, Roberto Napoleoni. Nel 2024, però, le aggressioni denunciate, secondo il report di Fs Security, sono diminuite del 19% rispetto a quelle segnalate nel 2023.

"Il dato fornito dall'azienda è riferito a tutti quei casi denunciati ufficialmente – ha spiegato Napoleoni -. Chiedersi se siano diminuite le denunce o le violenze è decisamente importante, sarebbe bellissimo rispondere. È vero che il dato parla di un -19% delle denunce, ma è anche vero che noi facciamo fronte ad almeno 300 casi all'anno, circa uno al giorno. Molti non vengono denunciati per paura o perché vengono sottovalutati, spesso parliamo anche di minacce e aggressioni verbali".

Secondo quanto spiega a Fanpage.it Napoleoni, negli ultimi 5 anni la media delle aggressioni nei confronti del personale ferroviario si mantiene su un caso al giorno. "Sono state messe in atto delle azioni per contrastare le aggressioni sui treni e nelle stazioni, anche la nascita di Fs Security dimostra che c'è stato un tentativo di far fronte a questo tema. Ovviamente non basta, l'effetto di deterrenza non so quanto ci sia stato se consideriamo che il numero di violenze nei confronti del personale ferroviario è rimasto negli anni pressoché invariato". Il Segretario di Uiltrasporti ha sottolineato che il grado di violenza è aumentato dal 2020, anno della pandemia di Covid-19.

"Da allora, quando si verificano questo genere di aggressioni, sono molto più violente. Il numero è più o meno in linea con quello degli anni precedenti, ma sono molto più cruente e i motivi alla base decisamente futili. L'aggressione del capotreno di Genova, per esempio, ha suscitato grande sgomento nei colleghi soprattutto perché spropositata. Alla base vi era una richiesta del tutto legittima di un lavoratore che stava svolgendo la sua funzione".

Per far fronte a queste aggressioni, secondo Napoleoni, bisognerebbe affrontare l'argomento "in maniera sistemica". "Servirebbe un maggior controllo da parte delle forze dell'ordine ma soprattutto una comunicazione efficace, una ‘guerra' sul piano dell'educazione e della cultura perché un ragazzo di 20 anni che aggredisce un lavoratore con un coltello è un problema culturale decisamente inquietante".

Ogni giorno il sindacato raccoglie decine di segnalazioni relative ad aggressioni e violenze durante il turno di lavoro. "Ci sono tantissimi lavoratori che raccontano esperienze simili a quelle del capotreno di Genova. Questo episodio ha segnato molto la coscienza della categoria e la paura dei dipendenti del settore. Aggressioni fisiche ce ne sono ogni giorno, dallo spintone al morso perfino, ma questa è stata davvero violenta e gratuita. C'è molta reticenza a parlarne, ma ogni giorno raccogliamo moltissime storie simili".

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